Nell’ambito del delicato processo di pace turco-curdo, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) sostiene la nuova “Campagna per una soluzione politica” lanciata e portata avanti dal Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) in Turchia. La campagna mira a far pressione sul governo per una decisa attuazione del trattato di pace tra il governo turco e il Partito dei lavoratori del Kurdistan Pkk, attualmente ancora vietato. Dall’8 maggio il PKK ha iniziato il ritiro suoi combattenti dalla Turchia. Il segnale è chiaro e l’intenzione è di terminare la lotta armata durata quasi 30 anni contro lo Stato turco, con i suoi 45.000 morti nel corso del conflitto.
Tra le richieste del BDP ci sono tra le altre cose, il rilascio di tutti i prigionieri politici, la fine della mobilitazione militare nella regione kurda e un nuovo quadro giuridico per l’uso del kurdo come lingua di insegnamento. Inoltre dovrebbero essere abolite le leggi antidemocratiche, come la legge antiterrorismo.Il BDP inoltre sta spingendo per una politica più ferma nella lotta alla violenza contro le donne e per la sostenibilità ambientale. L’APM sostiene queste richieste e giudica una loro attuazione rapida e coerente come fondamentali per il successo dei negoziati di pace.
L’azione del BDP prevede un periodo di almeno tre settimane ed è diviso in tre fasi. La prima fase è iniziata il 30 giugno 2013 e dovrebbe durare fino al 6 luglio 2013: pacifiche manifestazioni di massa si svolgeranno in varie città della regioni kurde nel sud est della Turchia. A Diyarbakir si sono verificati però già scontri tra manifestanti e polizia. Le forze di polizia hanno fatto uso di cannoni ad acqua e bombe lacrimogene. Ci sono stati diversi feriti. Per le prossime settimane sono in programma sit-in e altre manifestazioni pacifiche. Per questo il BDP ha invitato i rappresentanti di diversi partiti politici e organizzazioni della società civile.
Il trattato di pace tra il PKK e lo Stato turco è entrato in vigore in occasione dei festeggiamenti del 21 Marzo 2013, il Newroz (Capodanno) kurdo. Sia Kurdi che Turchi sperano ormai in un riavvicinamento, in modo che la violenza possa finalmente terminare dopo i lunghi anni di conflitto e la lunga scia di morti. A causa delle proteste in corso a Istanbul e in altre città turche, questo processo di pace atteso da anni non deve rischiare di arenarsi, poiché non farebbe altro che peggiorare ulteriormente la difficile e delicata situazione interna della Turchia.