Il divieto di olio di palma nel biocarburante rischia di essere sospeso nonostante la decisione del Parlamento Europeo. Gli interessi economici non devono avere priorità su ambiente e diritti umani!
Lo scorso 17 gennaio 2018 il Parlamento Europeo ha votato con larga maggioranza per un temporaneo abbandono da parte dell’Europa dell’uso di olio di palma come biocarburante. Ciò nonostante il divieto rischia di non essere mai applicato a causa di diffusi interessi economici che potrebbero avere la meglio sulla tutela dei diritti umani e dell’ambiente. I governi di Francia e Gran Bretagna hanno criticato il divieto in vista di possibili esportazioni militari in Malesia e anche in Germania potrebbero presto arrivare critiche al divieto a causa della candidatura di Siemens per l’aggiudicazione della costruzione di una superstrada in Malesia.
La decisione del Parlamento Europeo aveva provocato le proteste della Malesia e dell’Indonesia, i due maggiori esportatori di olio di palma. La Malesia ha accusato l’Europa di discriminazione minacciando il boicottaggio dei prodotti europei. Entro la fine del 2018 il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e il Consiglio Europeo intendono concordare una comune politica dell’Unione Europea sulla questione dell’olio di palma.
Lo scorso 29 gennaio durante una visita in Malesia la Ministra della difesa francese Florence Parly ha però annunciato che il suo paese voterà contro il temporaneo divieto deciso dal Parlamento Europeo sostenendo l’importanza dei questa materia prima per l’economia malese. Il vero motivo per la posizione francese sembra però essere il tentativo della Francia di vendere al paese asiatico 18 aerei da combattimento Rafale di produzione francese. L’affare è minacciato dallo sforzo del governo britannico di vendere a sua volta i propri aerei da caccia Typhoon al paese asiatico. Il ministri della difesa britannico Gavin Williamson sostiene che il mancato affare del valore di 5,6 miliardi di Euro minaccerebbe 20.000 posti di lavoro nel settore dell’industria bellica. Per contro, il ministro dell’ambiente britannico Michael Gove si è espresso a favore del divieto.
Gli ostacoli alla messa in atto del divieto temporaneo all’uso di olio di palma nel biocarburante sembrano crescere in seguito alla candidatura della tedesca Siemens che insieme alla sua consociata malese George Kent mira a ottenere l’incarico della costruzione della superstrada tra Kuala Lumpur e Singapore. L’Europa evidentemente è facilmente ricattabile e molto lontana dal riuscire a decidere una comune politica estera e dell’ambiente. A sopportarne le conseguenze sono in primo luogo le popolazioni indigene le cui terre con le loro foreste vengono progressivamente e irrimediabilmente distrutte per creare piantagioni di palma da olio. Le conseguenze della distruzione ambientale a lungo andare ricadono invece sull’intera umanità.