Un fine settimana di donne in marcia, negli Stati Uniti e non solo. Non era un fuoco di paglia la ribellione delle donne al Presidente Trump, il giorno dopo il suo insediamento lo scorso anno. Le donne americane non si sono fermate ed ora sono diventate un movimento che vuole contare e cambiare gli equilibri politici del paese.
Se alla storica marcia di Washington c’era rabbia contro un presidente sessista e volgare con le donne, oggi c’è determinazione a contare di più. In migliaia hanno deciso di fare politica e si stanno preparando per il grande appuntamento del prossimo autunno, le elezioni di medio termine.
Le donne hanno capito che se vogliono risolvere i loro problemi devono sedersi al tavolo dove si prendono le decisioni. In gioco c’è il rinnovo di alcuni seggi del Congresso, ma anche posti da governatori, da sindaci, da rappresentanti nelle istituzioni dei singoli stati. C’è grande attività nelle organizzazioni vicine ai democratici, come Emily’s list ed Emerge America, dove si formano le donne per entrare in politica.
Fate un giro sui loro siti e capirete il fermento che c’è. “Hai marciato ora candidati”, è lo slogan. “ Non serve una laurea per conoscere i problemi della tua comunità”.
Si fanno corsi, si organizzano week end di formazione. Chi non si candida dà un contributo finanziario. “390 donne correranno per il rinnovo dei seggi alla Camera, di queste 314 sono democratiche e 184 stanno contendendo dei seggi repubblicani spiega al New York Times Debbie Walsh direttrice di Center for American Women and Politics . 79 donne si sono candidate al posto di governatore e aggiunge la Walsh, è possibile che in 15 escano vincitrici nelle primarie.
Sarebbe un record.” C’è grande entusiamo e sarà interessante vedere quali cambiamenti questa valanga femminile riuscirà a determinare. Chissà che non riesca a strappare la maggioranza al Senato per esempio, dove la differenza tra repubblicani e democratici e di soli 4 seggi.
Un grande successo le donne, come abbiamo visto, lo hanno ottenuto già in Alabama dove grazie alla mobilitazione delle afroamericane che sono andate a votare in massa, hanno eletto un senatore democractico al posto di uno repubblicano accusato di molestie sessuali anche a minorenni.
Non accadeva da 25 anni che uno stato conservatore come l’Alabama mandasse al Congresso un democratico. Le donne stanno facendo la differenza e sono determinate ad andare avanti nel chiedere pari opportunità in tutti i settori. Le denunce contro le molestie sessuali sono la conseguenza dell’aria nuova che tira e la nascita del movimento MeToo e Time’s up la dimostrazione che non c’è alcuna intenzione di fermarsi e tornare buone ai propri posti di partenza.
Non a caso da Hollywood è partito l’impegno a sostenere anche le donne più deboli che lavorano in settori dove il ricatto sessuale non trova posto in prima pagina ma è ancora più umiliante,come la ristorazione, l’agricoltura, le imprese di pulizia.
Il fondo lanciato dal movimento Time’s up ha gia raccolto oltre 15 milioni di dollari, per pagare la difesa legale delle vittime di assalti, molestie e abusi sessuali. Sarebbe auspicabile che questo fermento portasse aria nuova anche in Italia, dove tristemente assistiamo ad una campagna elettorale caratterizzata da una scarsissima presenza di donne e da uno stucchevole protagonismo di uomini narcisi e litigiosi, lontani dai veri problemi delle persone.