Le elezioni si avvicinano e i grandi gruppi editoriali ricominciano il valzer delle dichiarazioni incrociate, dei retroscena dei j’accuse e simili: dedicano spazi a chi già è presente in Parlamento, o a chi vorrebbe rientrarci il più rapidamente possibile, utilizzando categorie politiche alla rinfusa, lasciando intendere all’elettore medio come la politica italiana venga contesa fra tre-quattro organizzazioni politiche.
«Pressenza», però, intende dare voce a chi non ce l’ha: da qui fino al 4 marzo intendiamo intervistare, pubblicare e rilanciare le dichiarazioni e le posizioni di quei candidati, di quelle liste, che non trovano spazio nei “dibattiti” televisivi. Cominciamo oggi con l’intervista al segretario nazionale del Partito Umanista, Tony Manigrasso.
Elezioni politiche: la data delle elezioni è stata stabilita per il 4 marzo. Che giudizio dai della legge elettorale nel complesso e sulle modalità che ha portato alla sua approvazione?
«Questa legge elettorale, il Rosatellum, è una legge pessima. Noi proponiamo un meccanismo elettorale, a qualsiasi livello, che rispecchi al massimo la volontà degli elettori, quindi proporzionale con l’abolizione di qualsiasi forma di premio di maggioranza; inoltre, a questa proposta, abbiniamo l’integrazione di una legge sulla responsabilità politica, così come l’abbiamo proposta nel lontano 1999. Sulle modalità possiamo solo dire che ogni legge viene fatta sulla base degli indici di gradimento dei partiti in quel momento per riuscire a vincere le elezioni successive».
Si è parlato di referendum sull’Euro, tanto nelle scorse settimane quanto in questi giorni, incentrando la questione tutta sul Movimento 5 Stelle. Da antiliberisti, qual è la posizione del PU?
«Prima di tutto occorre sottolineare che non siamo antieuropeisti a prescindere; siamo contro questa Unione Europea a base neoliberista e crediamo che nella gabbia in cui ci ritroviamo sia praticamente impossibile, per via dei vincoli attuali, cambiare l’Unione Europea dall’interno; se davvero il M5S proponesse un referendum impositivo sull’ItalExit, cosa che tra l’altro dubito che lo faccia veramente, non possiamo che essere favorevoli a votare per il SI all’ItalExit. Ovviamente, anche se si arrivasse all’ItalExit, ci vorrebbero comunque contemporaneamente una serie di provvedimenti immediati per il benessere della gente e la ripresa economica in tutti i settori; sostanzialmente tutti quei provvedimenti che sono stati ben descritti da G. Sullings nel suo libro «Economia Mista» a cui, in materia economica, ci ispiriamo».
Come giudichi l’invio dei militari italiani in Niger?
«Da sempre siamo contrari all’invio di militari di qualsiasi paese su un altro territorio, la riteniamo un’invasione; siamo stati contrari all’invio di militari italiani in giro per il mondo e siamo, quindi, contrari anche all’invio dei militari italiani in Niger».