L’avvocata della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, è ripartita dal Cairo la notte tra venerdì e sabato con la documentazione da mesi e mesi promessa dalla procura egiziana.
Quella documentazione dovrebbe contenere informazioni utili riguardanti le indagini svolte dal lato egiziano sul sequestro, sulla sparizione, sulla tortura e sull’omicidio di Giulio Regeni, da cui ormai sono trascorsi quasi 23 mesi.
Scrivo “dovrebbe” perché fino a quando quelle carte non verranno tradotte, sarà necessario sospendere ogni giudizio su eventuali passi avanti nella collaborazione giudiziaria, da molti oggi dati già per certi. Proprio oggi, in un incontro col ministro dell’Interno Minniti, il presidente egiziano al-Sisi ha annunciato nuovi incontri tra le due procure, rinnovando la retorica del “massimo impegno verso la soluzione”.
Aspettiamo, dunque. Per il momento va sottolineato che, per avere quella documentazione, è stato necessario che andasse a recuperarla al Cairo l’avvocata Ballerini – e non è stato naturalmente un viaggio sereno.
L’unica cosa certamente positiva è che a ritirarla materialmente all’interno degli uffici della procura del Cairo sono stati gli avvocati egiziani che sin dall’inizio collaborano con la legale italiana. Si è trattato, in sostanza, di un riconoscimento formale del loro ruolo.