Casco arancione al neon in testa e giubbotto di vari colori, il conduttore comodamente seduto dentro la sua cabina di pilotaggio in vetro, dà un piccolo colpo con la mano sul joystick e il treno blu con la sigla “H0” che sta per “idrogeno a zero emissioni” si muove senza intoppi, senza nessun rumore se non quello dello scorrere dei suoi carrelli sui binari.
“Quello che è più impressionane per un conduttore abituato alle automotrici a diesel, è il silenzio in contrasto con la potenza immediatamente disponibile. E’ come un’esperienza zen ed è così anche per il passeggero”, sorride Marco Brey, il direttore delle prove della fabbrica Alstom di Salzgitter, vicino ad Hannover in Germania, che ha portato il giornalista del quotidiano Libération a bordo per un piccolo giro con il treno ad idrogeno.
L’ingegnere ha preso i comandi di questa Coradia iLint con propellente di batterie di combustibile per un prova di quello che il produttore francese di materiale ferroviario vende come una “prima mondiale”: un treno senza equivalenti, il pioniere di una nuova generazione che non ha bisogno di collegamenti elettrici per trasportare i suoi viaggiatori, e ancor meno di un rumoroso ed inquinante motore diesel.
Alstom ha appena venduto 14 esemplari alla regione della Bassa-Sassonia, dove si trova la fabbrica: un contratto di 200 milioni di euro con trenta anni di manutenzione, che porta il prezzo complessivo di questo treno a idrogeno ad una decina di milioni di euro. Poco più che un treno classico. I treni devono essere consegnati entro il 2021, solo cinque anni dopo la produzione del primo prototipo.
Il gigante tedesco troverà dunque questo treno francese accanto ai famosi TGV