Accolto il ricorso dal Tribunale di Bergamo: l’esclusione prevista per circolare INPS contrasta con la Legge italiana e con la Direttiva europea.
Mentre il Parlamento è impegnato a rendere strutturale il bonus bebè, purtroppo ignorando il problema della parità di trattamento tra genitori italiani e genitori stranieri regolarmente soggiornanti, 24 mamme di varie nazionalità si vedono riconosciuto dal Tribunale di Bergamo il diritto al “premio alla nascita”.
Si tratta degli 800 euro che la Legge 232/16 ha previsto – senza operare distinzione di nazionalità – per tutte le mamme che si trovino in gravidanza (almeno al settimo mese) tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2017, ma che poi l’INPS aveva illegittimamente ristretto escludendo, con una circolare, tutte le cittadine straniere prive di permesso di soggiorno di lungo periodo.
Secondo il Tribunale di Bergamo (giudice dott. Cassia) questa esclusione contrasta non solo con il testo della legge italiana, ma anche con una direttiva dell’Unione Europea (direttiva 2011/98) che garantisce la parità di trattamento nell’accesso alle prestazioni di maternità a tutti i migranti titolari di un permesso per famiglia o per lavoro.
Le 24 mamme provengono da diversi paesi (Egitto, Marocco, Senegal, Pakistan, Equador, Bolivia, India, Burkina Faso, Tunisia, Albania, Costa d’Avorio, Nigeria) ma risiedono tutte in Italia da molti anni con i loro piccoli, tutti nati in provincia di Bergamo.
Le cittadine straniere – sostenute dalla CGIL di Bergamo e assistite dagli avvocati Alberto Guariso e Ilaria Traina di ASGI (associazione studi giuridici sull’immigrazione) – potranno ora ottenere il premio alla nascita al pari delle mamme italiane.
La decisione del Tribunale di Bergamo – che fa seguito a moltissime altre analoghe decisioni riguardanti il bonus bebè – costituisce un’ulteriore sollecitazione al governo affinché, nel decidere sulla proroga di quest’ultima misura (diversa dal premio alla nascita che cesserà comunque la sua efficacia al 31.12.2017) non ignori ancora una volta la necessità sociale e l’obbligo giuridico di non escludere le famiglie straniere da queste forme di sostegno .