Presso il Salone Bazzarri del PalaSì! di Terni, si è svolta il 24 novembre 2017 la seconda edizione di IoSonoUnaPersonaPerBene, un premio che nasce dall’idea dell’imprenditore Sauro Pellerucci presidente di Pagine Sì! SpA. L’iniziativa nasce per rendere visibili e far emergere i gesti compiuti da persone comuni per gli altri, per la collettività e per il bene comune; azioni concrete che in un momento storico di oscurità e di deriva etica divengono l’humus dell’umanità e della socialità e fonte di speranza nella costruzione di un mondo migliore.

“Occorrono sempre più persone per bene” dice il presidente Pellerucci. “Cittadini che per caso o per vocazione sono diventati meritori di attenzione grazie a gesti compiuti ogni giorno, ma che spesso non arrivano alla ribalta della cronaca o che cadono nella dimenticanza di un sistema d’informazione che punta più sullo scandalo che sulle notizie positive” così come scrive nel manifesto dell’evento.

Così, per qualche ora, IoSonoUnaPersonaPerBene diventa una boccata di ossigeno sano, un momento di riflessione individuale e collettivo durante il quale ci si ritrova con persone sensibili, gente simile che parla un linguaggio comune e che soprattutto ha a cuore il bene e il benessere del genere umano in forme e modalità differenti.

Ed eccone alcune di quelle persone premiate. Sono riunite lì, tutt’insieme, a far convergere le loro diversità positive, a raccontarle e a condividere con gli altri i loro occhi lucidi e le loro emozioni belle.

Astutilio Malgioglio (calciatore), Bruno Pizzul (giornalista), Sergio Crocco (Presidente onlus LaTerradiPiero), Marco Bartoletti (imprenditore ), Andrea Caschetto (Ambasciatore del Sorriso), Luciana Delle Donne (fondatrice onlus Made in Carcere), Antonio Maria Mira (giornalista, caporedattore redazione romana dell’Avvenire), Vincenzo Ferrara (Direttore Fondazione Cannavaro-Ferrara), Roberto Mirabile (Presidente onlus La caramella buona), Giovanna Rossiello (giornalista, conduttrice della trasmissione su RAI 1 Fà la cosa giusta).

Ed infine un importante premio alla memoria. Alla memoria di Santiago Maldonado l’attivista argentino impegnato per la difesa dei diritti umani delle tribù dei Mapuches; l’ennesimo desaparecido argentino il cui corpo senza vita è stato ritrovato alcune settimana fà.

In questo caso il premio alla memoria, che verrà consegnato ai familiari di Santiago tra qualche settimana, è stato ritirato da tre distinte realtà che, a parere degli organizzatori, si sono spese nel raccontare incessantemente la vicenda di Santiago, come l’agenzia stampa internazionale Pressenza (redazione italiana e quella di lingua spagnola) e nell’adoperarsi a chiedere verità e giustiza al governo argentino attraverso sit-in, flash mob e altre iniziative di protesta come il Comitato per la liberazione di Milagro Sala e il Grupo de Argentinos en Italia por la Memoria Verdad y Justicia.

Un grazie dunque a questa iniziativa meritevole che mette tanti puntini insieme consentendo a chi crede nella trasformazione sociale di ripartire con ancora più forza, meno solitudine e tanta speranza.

Grazie perchè dedicarsi con solerzia a dare spazio al racconto di comportamenti lodevoli non può che spingere verso l’emulazione da parte di tante altre persone comuni all’impegno personale nel quotidiano.

 

 

Motivazione del Premio alla memoria IoSonoUnaPersonaPerBene per Santiago Maldonado

Santiago Maldonado, tatuatore 28enne stabilito in Patagonia per combattere in difesa delle terre dei nativi. Lo scorso 1 agosto ha partecipato, nel villaggio di Cushamen, a una manifestazione della comunità Mapuche che da anni rivendica i 900mila ettari di terreno acquistati da una multinazionale, ovvero una serie di appezzamenti utilizzati per il pascolo di pecore che fornisce gran parte della lana destinata ai capi di abbigliamento della nota casa di moda.

Santiago, con coraggio e determinazione, ha deciso di sposare la causa, prendendo parte alla protesta. L’ultima volta è stato avvistato proprio quel giorno, quando la polizia nazionale argentina ha violentemente sgomberato un accampamento di attivisti. Testimoni riportano di averlo visto in ginocchio, arrestato dai militari.

Da lì in poi mesi di assordante silenzio. Mesi di preghiere ed ombre. Ombre che hanno fatto ripiombare l’intero Paese in un incubo che sembrava ormai appartenere ad una triste pagina di storia, quella della tragedia dei 30mila desaparecidos, di quell’intera generazione di ragazzi uccisi durante la dittatura militare degli anni ’70.

Lo scorso 19 ottobre il corpo di Santiago è stato ritrovato in un fiume, congelato, poco distante dall’accampamento dove si era insediato insieme agli altri attivisti. Proprio in quel terreno rivendicato e di proprietà dell’azienda italiana.

Oggi, seppur da oltreoceano, il nostro pensiero va a lui. A un ragazzo che si è speso per una giusta causa comune, sacrificando la sua stessa vita.

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