Nella capitale, da giovedì 16 novembre fino a domenica, una tre giorni di eventi per festeggiare il programma universitario che ha permesso a migliaia di studenti di studiare all’estero.
Palloncini colorati, sorrisi e bandiere. Un tripudio di colori e speranza, questo è la Generazione Erasmus. Dal 16 al 19 novembre ESN (Erasmus Student Network) ha festeggiato, con studenti provenienti da tutt’Italia e dall’estero, l’Erasmus, il programma europeo che ogni anno permette a studenti europei di passare parte o un intero anno accademico all’estero.
Tantissimi i giovani che oggi sono scesi nelle strade del centro di Roma per festeggiare e portare un messaggio di unione e fratellanza all’Europa intera; in un periodo storico in cui diffidenza e confini la fanno da padroni non bisogna ignorare chi nell’unione ha trovato la forza.
L’enorme crescita umana e professionale che i programmi finanziati dall’UE richiamati, sotto il grande frame dell’ERASMUS+, donano ai giovani è immensa; è ormai assodato che nel mondo del lavoro chi ha un’esperienza all’estero ha una marcia in più, ma non è solo questo. L’Erasmus+ è infatti la prova pratica e indiscutibile che l’incontro culturale è linfa vitale per una società più aperta e giusta.
Proprio per questo spaventa e fa discutere la proposta della Commissione Europea di eliminare il Servizio Volontario Europeo, anch’esso programma Erasmus+, al quale migliaia di giovani hanno partecipato in questi anni e che consente di acquisire importanti competenze professionali in paesi Europei e terzi come Ucraina, Georgia o Turchia.
L’arricchimento personale, emozionale e umano con cui i ragazzi tornano nei propri paesi è enorme. In alcune facoltà gli studenti che decidono di passare un periodo di studi all’estero vengono a volte giudicati pigri e superficiali, poco seri nei confronti del percorso di studi.
La realtà è che la nostra società sta diventando sempre più bisognosa di persone abili, trasformiste, capaci di scovare soluzioni originali.
Vivere all’estero è una grande opportunità, è un gradino in più verso il successo lavorativo e, non meno importante, per la crescita umana.
Quei palloncini, quella voglia di scoprire il mondo e quella voglia di credere in un futuro multiculturale ne sono la prova.