Il regime di Gheddafi ha diffuso la notizia della morte di almeno 3 civili e di 150 feriti.
Al contempo, mentre si realizza questo attacco contro Tripoli, Stati Uniti e NATO rafforzano il loro appoggio ai ribelli libici.
Lunedì, il principale inviato del Dipartimento di Stato in Medio Oriente, Jeffrey Feltman, ha visitato il quartier generale dei ribelli a Bendasi, mentre Francia e Gran Bretagna hanno annunciato i loro piani circa lo spiegamento elicotteri di attacco destinati alle operazioni di guerra contro Gheddafi.
La campagna libica violerebbe le disposizioni sulle Leggi riguardanti i Poteri di Guerra.
Il governo di Obama intanto deve confrontarsi con i dubbi rispetto al ruolo degli Stati Uniti nell’attacco contro la Libia e in particolare sulle perplessità circa possibili violazioni delle leggi federali. Secondo la Risoluzione sui Poteri di Guerra del 1973, che di fatto limitava i poteri del Presidente degli Stati Uniti in merito a decisioni di interventi bellici e che fu promulgata in seguito alla guerra del Vietnam, Obama aveva 60 giorni a disposizione per richiedere l’approvazione obbligatoria del Congresso. Questo termine è scaduto venerdì.
Ma la Casa Bianca ha dichiarato di non avere bisogno dell’autorizzazione del Congresso per un’operazione che ha qualificato come “limitata” come quella in Libia.
Ma in una lettera a Obama della settimana scorsa, un gruppo di senatori repubblicani lo avvertiva del termine e insisteva affinché il governo richiedesse l’autorizzazione del Congresso. Il Professore di Diritto all’Università di Harvard, ed ex direttore dell’Ufficio di Consulenza Giuridica del Dipartimento di Giustizia, Jack Goldsmith, afferma che l’operazione libica rappresenta per la prima volta una violazione delle disposizioni della Risoluzione, proprio per non aver rispettato il termine dei 60 giorni e per non aver ottenuto l’appoggio da parte del Congresso.
Tradotto da Eleonora Albini