“Menopermenofapiù” era il titolo della settima edizione del concorso “Giornalisti nell’Erba”, la cui fase conclusiva si è svolta a Frascati venerdì 31 maggio scorso.
Ero lì principalmente come maestro dei miei alunni di quarta elementare di Terranuova Bracciolini: eravamo finalisti con il nostro blog che racconta al mondo le nostre piccole esperienze con la natura a scuola.
Ma ero anche lì, un pochino, come coordinatore della redazione italiana di Pressenza, media partner della manifestazione.
Il maestro ha vinto sul giornalista (è più impegnativo portare in giro una quarantina di bambini che scrivere un articolo…), ma alla fine si è una persona e si confrontano i vari punti di vista che stanno dentro se stessi, cercando la sintesi.
La sintesi suona come un vecchio slogan: “Un altro mondo è possibile”. La macchina da pace (il contrario di una macchina da guerra) che Paola Bolaffio (direttrice ed ideatrice) e i suoi collaboratori hanno messo in piedi è costruttrice di un mondo nuovo, in cui i bambini e i ragazzi stanno finalmente al centro e gli vengono dati i mezzi per esprimersi e parlare di quello di cui i giornali parlano poco (qualcuno semplicemente mai): il rispetto dell’ambiente, la trasformazione, le nuove idee di mondo, le possibilità per vivere tutti meglio senza dimenticare nessuno.
Girellando tra gli stand e i panel che pullulavano nel bello spazio della Villa Campitelli si trovavano cose anche molto diverse e non sempre “tradizionalmente ecologiste”, segno che la sensibilità ambientale non appartiene più solo ai militanti, ma è diventata la “cura della propria casa” nel senso umanista della parola ecologia; non stupida contrapposizione tra la Natura e l’Essere Umano, ma profonda comprensione, da parte degli umani, di essere parte di un mondo, la propria casa e di dover trovare il modo intelligente di abitarlo, di curarlo, di esserne i custodi.
Ma gli indiscussi protagonisti erano i giovani, quelli che spesso i media definiscono drogati di TV e Facebook, incapaci di creatività e pensiero critico: eccoli lì, trendy ragazzine a intervistare il teorico della decrescita, studenti delle medie che costruiscono straordinari telegiornali ambientali, ricerche sulle capacità di riciclaggio della cultura contadina e un lungo eccetera eccetera.
Il maestro dice: ma perché non si parla mai di questa scuola che insegna a costruire queste esperienze eccellenti? E il giornalista aggiunge (ai suoi colleghi): vogliamo andare a parlare di questo, vogliamo tornare a fare giornalismo e non sensazione o pettegolezzo politico?
E’ altamente necessario restituire il mondo a chi lo abiterà in futuro. “La terra non ci è stata data dagli antenati, ci è stata prestata dalle prossime generazioni” dice un vecchio detto africano.
Giornalisti nell’Erba dà il suo concreto contributo a questo e siamo molto lieti di poter appoggiare questa importante iniziativa.