In un video pubblicato sulla sua pagina Facebook, il leader laburista Jeremy Corbyn invita i membri a partecipare a quella che definisce “democracy review”, un’ampia e prolungata operazione di consultazione della base al fine di trasformare il partito in un movimento di massa in grado di cambiare la società “per i molti, non i pochi”. Coniato come titolo del programma per le elezioni di giugno, questo è ormai diventato lo slogan e il concetto di fondo a cui fa riferimento ogni proposta laburista.
Il messaggio video ribadisce alcuni temi cari a Corbyn: il fallimento del modello verticale, dall’alto in basso, in politica, negli affari e nei media, l’affermarsi di nuovi modelli organizzativi orizzontali e non gerarchici, tipici dei movimenti sociali che lavorano in rete, l’utilizzo delle nuove tecnologie per favorire e incoraggiare la partecipazione a ogni livello, in modo da mettere a frutto i talenti e l’entusiasmo degli iscritti. Nuove tecnologie che possono anche svolgere un ruolo fondamentale nelle campagne elettorali, come dimostrato dalla sorprendente rimonta del partito nelle elezioni del giugno scorso.
Dal 2015 il numero dei membri è quasi triplicato, superando le 500.000 persone: bisogna partire da lì per raggiungere il prossimo obiettivo – vincere le elezioni e governare il paese.
Il partito, promette Corbyn, intende mettere i suoi membri al centro delle decisioni sulle politiche da seguire, sulla forma di organizzazione interna, sulle modalità di elezione del leader e sul modo migliore di affrontare le sfide globali del momento.
La “democracy review” ha proprio questo scopo: un appello al coinvolgimento della base partecipando a eventi organizzati dal partito, o proposti dagli iscritti e soprattutto un meccanismo di consultazione e di raccolta di proposte su un’ampia gamma di temi.
Il sito https://labour.org.uk/about/democracy-review-2017/ è organizzato in sezioni quali “Costruire un movimento di massa”, “Come fare politica”, “Diversità e partecipazione” e altre ancora. Ognuna di esse contiene un formulario dettagliato, in cui lasciare i propri dati, rispondere a domande precise e avanzare proposte, con scadenze diverse (gennaio, marzo e giugno 2018) a seconda dei temi.
Una sfida e una scommessa innovative e appassionanti, che ancora una volta potrebbero costituire un modello per chi, in altri paesi, cerca di costruire un’alternativa a quella devastante “spinta verso il centro” che ha fatto perdere consensi alla sinistra e favorito il successo di un’ultradestra razzista e violenta.