Una riforma attesa da troppo tempo
Noi uomini e donne della società civile piemontese – associazioni, sindacati, gruppi informali – abbiamo deciso di mobilitarci per fare pressione affinché il Senato voti il prima possibile il disegno di legge per la riforma della cittadinanza, che introdurrebbe significativi miglioramenti per l’accesso alla cittadinanza dei minori di origine straniera, attualmente italiani di fatto ma non di diritto, introducendo lo “ius soli temperato” e lo “ius culturae”.
Oggi in Italia i ragazzi figli di immigrati sono più di un milione, e tre su quattro sono nati qui; a scuola, gli alunni stranieri sono oltre 814 mila, per la metà ragazze.
Il 13 ottobre 2015 la Camera dei Deputati ha approvato il testo unificato in materia di cittadinanza che consentirebbe ai figli di immigrati nati o cresciuti qui di diventare italiani. Da quella data però il testo è rimasto bloccato in Senato e, ancora ad ottobre 2017, non è stata prevista la calendarizzazione per la discussione.
La riforma, a differenza di quanto viene spesso lasciato credere o volontariamente manipolato per ragioni politiche, non prevede l’acquisizione automatica della cittadinanza per i bambini stranieri nati in Italia.
Con lo Ius soli temperato, solo i bambini nati in Italia da genitori stranieri con permesso di soggiorno permanente o di lungo periodo (5 anni) possono ottenere la cittadinanza su richiesta dei genitori o su loro richiesta al raggiungimento della maggiore età.
I genitori extracomunitari devono anche avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, un alloggio idoneo e superare un test di conoscenza della lingua italiana.
Per gli adulti restano le regole attuali: diventa cittadino italiano chi ha soggiornato in Italia per 10 anni continuativi (5 se apolide o rifugiato, 4 per i comunitari) o per matrimonio con italiano/a. La concessione della cittadinanza è subordinata alla valutazione dell’autorità.
Con lo ius culturae, i bambini con genitori stranieri nati in Italia o i bambini arrivati in Italia entro i 12 anni di età possono diventare cittadini italiani dopo aver concluso con profitto un ciclo di studi di 5 anni o dopo aver completato un corso di formazione professionale almeno triennale.
I bambini con genitori stranieri arrivati in Italia dopo i 12 anni di età possono diventare cittadini italiani dopo 6 anni sul territorio italiano e il superamento di un ciclo di studi.
Sono regole minime di civiltà che, pur con molte limitazioni, permetterebbero finalmente a tanti bambini e ragazzi di vedere riconosciuti pari diritti dei loro coetanei, sanando una grande ingiustizia sociale e colmando in parte la grande distanza che abbiamo nel nostro Paese tra i cambiamenti sociali avvenuti in questi ultimi anni e leggi anacronistiche e inadeguate.
Per questo, dopo una prima mobilitazione nel giugno scorso e l’ampia partecipazione al sit-in mattutino del 20 ottobre in Piazza Castello al quale hanno partecipato numerosi studenti e insegnanti, abbiamo dato vita a un Presidio permanente autorizzato in Piazza Castello a Torino (lato Monumento Cavalieri d’Italia). Notte e giorno, dal 20 ottobre e fino al 3 novembre, donne e uomini stanno presidiando la Piazza per informare, sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza in favore dell’introduzione dello ius soli temperato e lo ius culturae.
Il 3 novembre, dalle ore 17:30 in Piazza Castello a Torino, sarà nuovamente organizzato un SIT-IN nella forma di una festa durante la quale la società civile esprimerà il proprio sostegno a favore della riforma attraverso testimonianze, reading di poesie, opere artistiche e molto altro.
L’impegno continuerà anche dopo il 3 novembre, fino a che vedremo finalmente approvata la riforma.
Il comitato torinese a sostegno dello IUS SOLI TEMPERATO e IUS CULTURAE