Visto che nessuno dei due ha raggiunto il 50% sarà necessario un secondo turno, che si terrà tra due settimane, il 29 e 30 maggio, ma il risultato è comunque straordinario e significativo non solo per la città, ma per tutta l’Italia.
Il premier Berlusconi aveva trasformato queste elezioni in una sorta di referendum su di lui e sull’operato del suo governo e ne è uscito sonoramente sconfitto. E sconfitta è stata anche la campagna della destra, fatta di enormi e costosi manifesti presenti dovunque, accuse isteriche e violente agli avversari, bugie e colpi bassi che alla fine si sono risolti in un boomerang.
La campagna di Pisapia, al contrario, è partita mesi fa con tavoli di lavoro a cui hanno partecipato migliaia di persone, da cui è uscito un programma ampio e approfondito, è proseguita con un’infinità di incontri, eventi e iniziative in tutta la città e soprattutto in periferia e ha coinvolto non solo i militanti dei partiti che formavano l’ampia coalizione a suo sostegno, ma moltissimi cittadini comuni di tutte le età, che si sono organizzati in modo capillare in comitati di quartiere e di zona.
La possibilità per la sinistra di governare Milano si deciderà al ballottaggio, tra due settimane che si annunciano di fuoco. Il vento del cambiamento, della ribellione alla prepotenza, alle bugie e agli abusi di potere del governo Berlusconi però ha già cominciato a soffiare e non si fermerà.