Disarmisti esigenti salutano con gioia il premio Nobel per la pace assegnato all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons – ICAN, la rete pacifista che è stata l’anima e la coordinatrice della mobilitazione della società civile per l’ottenimento dello storico risultato del Trattato di proibizione delle armi nucleari-TPAN, adottato da una Conferenza ONU lo scorso 7 luglio.
Dell’ICAN fanno parte 486 organizzazioni di 101 paesi, ed anche l’Italia ha membri attivi e partecipanti all’attività nazionale ed internazionale.
La motivazione ufficiale del Premio si richiama alla necessità che esso serva ad “attirare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari” e a supportare “gli sforzi innovativi del trattato per il divieto dell’uso di tali armi”.
Questo trattato che interdice gli ordigni atomici è infatti boicottato dalle potenze nucleari (anche se con atteggiamenti diversi) ed è stato recentemente respinto da una dichiarazione NATO, il blocco militare che considera la deterrenza nucleare “suprema garanzia di sicurezza”, con l’avallo dell’Italia, proprio lo stesso giorno (il 20 settembre) in cui al Palazzo di Vetro era in corso la cerimonia per l’aperture delle firme e delle ratifiche che dovrebbero portare alla sua entrata in vigore.
Lo stesso Parlamento italiano, con una mozione della maggioranza approvata il 19 settembre, aveva impegnato il governo a valutare l’ipotesi di aderirvi, ma solo previo accordo con gli altri Alleati (abbiamo visto che la NATO, con il suo Consiglio generale, non ha perso tempo a pronunciarsi).
I Disarmisti esigenti a livello internazionale, in corcodanza con ICAN, sostengono che il nuovo Trattato di proibizione, una volta entrato in vigore, debba diventare il pilastro di un ordine giuridico internazionale che inquadri il “vecchio” Trattato di non proliferazione- TNP, funzionalizzandolo ad un percorso che porti al disarmo nucleare totale, diritto dell’umanità da esigere e rendere effettivo.
La centralità non è del vecchio TNP ma del nuovo TPAN, che dovrebbe salvarci dall’incubo di una guerra nucleare che può essere scatenata persino per caso, per incidente e per errore di calcolo; e che oggi, nella crisi coreana, è addirittura esplicitamente minacciata da irresponsabili leader, incuranti che dall’escalation delle parole (e delle esercitazioni) si può passare a quella dei fatti catastrofici.
A livello nazionale, sperano che questo premio Nobel all’ICAN serva, almeno in parte, a rompere il muro del silenzio che impedisce all’opinione pubblica italiana di essere a conoscenza dei gravi pericoli che corre, ma anche che a livello globale, nel mondo, ci si sta dando da fare concretamente per evitarli. Il governo italiano, spinto da una consapevolezza popolare, potrà ritornare sui suoi passi e ratificare il TPAN: forse una nuova rappresentanza parlamentare più sensibile al disarmo nucleare come priorità delle priorità (siamo a pochi mesi delle elezioni politiche) può rendere possibile la svolta.
E’ possibile agire e pesare dal basso per costruire un mondo disarmato e di giustizia, cercando la pace con vie di pace, anche a partire da scelte di disarmo unilaterale del nostro Paese: ad esempio lo sganciamento dal nuclear sharing della NATO rispedendo al mittente le “atomiche” che gli USA dispiegano nelle nostre basi o fanno transitare nei nostri porti.
Per sostenerle, queste scelte, si può aderire on-line all’appello rinvenibile alla URL:
https://www.petizioni24.com/italiaripensacisulbandodellearminucleari
Alfonso Navarra – portavoce dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org)
cell. 340-0736871