Nei precedenti comunicati ho volutamente omesso alcune informazioni. Negli ultimi quattro mesi sono stato in contatto con la D.ssa Mohja Kahf, attiva nel movimento siriano per la nonviolenza. La signora Kahf ha fornito dell’ottimo materiale sul contesto ambientale che, per quanto a mio parere non del tutto obiettivo, rimane comunque molto interessante. Personalmente, ho un gran rispetto per il suo lavoro.
A gennaio, aveva anche iniziato a compilare un elenco di detenuti per reati di opinione del regime di Assad. Entro la fine di aprile, la lista conteneva 72 nomi. L’ho portata con me con l’intenzione di presentare una petizione per il loro rilascio. Dr. Kahf mi ha assicurato che l’elenco era stato attentamente controllato in modo che contenesse solo prigionieri politici impegnati in attività nonviolente, talvolta comprendenti la disobbedienza civile, a volte nemmeno quello.
Non vi ho informati in precedenza perché il protocollo impone che la delegazione preventivamente concordi di presentare la petizione, per poi decidere se è nell’interesse dei prigionieri renderla pubblica e in quale punto delle trattative per il loro rilascio farlo. Ora sono libero di divulgare questa notizia in quanto il ministro della giustizia, dottor Najm al-Ahmad, ha annunciato, nel suo incontro di giovedì 9 maggio con la delegazione del Mussalaha, che il governo aveva, in linea di principio, approvato il rilascio di tutti i prigionieri sulla lista, in attesa della revisione dei loro casi.
L’unico motivo per cui non ho messo questa notizia a titoli cubitali è che bisogna aspettare la prova dei fatti, cioè l’effettiva revisione. Se il governointende dare una dimostrazione convincente di buona volontà, libererà tutti e 72 i prigionieri contemporaneamente entro la fine della settimana, nel qual caso ci saranno certamente grandi annunci. Se decide di non rilasciarli tutti, lo farà probabilmente in fasi successive, senza tanta fanfara. Speriamo.
Passando a un’altra notizia, un veicolo che trasportava la nostra ospite e organizzatrice, madre Agnese-Mariam della Croce, è stato attaccato da uomini armati, appena usciti da Damasco. Tre pallottole sono penetrate nel veicolo, per fortuna senza colpire nessuno. Questo appena fuori dalle aree “sicure”. Vorrei poter dare ulteriori informazioni, lo farò appena ne avrò. Si è trattato di un attacco casuale che poteva colpire qualsiasi veicolo in quella zona, o c’è qualche motivo per pensare che il bersaglio fosse proprio madre Agnese? Non lo so, ma sarei propenso a pensare che gli aggressori ignorassero chi erano i passeggeri. Ulteriori informazioni potrebbero far luce su questa questione.
Infine, i membri della delegazione Mel Duncan e Tiffany Easthom, della Nonviolent Peaceforce (Forza di pace nonviolenta) mi hanno confidato, prima della mia partenza, di aver avuto incontri privati al fine di organizzare un programma di accompagnamento di pace disarmato sia a Homs che nei dintorni. Quel programma si va ora avvicinando alla completa implementazione, con la possibile sponsorizzazione del Mussalaha e la partecipazione di membri della delegazione che hanno protratto il loro soggiorno a tale scopo. Ho pochi dettagli al momento, ma ho parlato stamani con madre Agnes, e lei sta pensando a qualcosa come una delegazione di pace internazionale semi-permanente.
Gli sviluppi mi ricordano un po’ gli inizi dell’International Solidarity Movement, quando la terza delegazione internazionale divenne una presenza permanente volontaria a partire dal marzo 2002. Momenti emozionanti. Eccitanti possibilità.
Per ulteriori notizie vedere l’eccellente relazione di padre Dave Smith, membro della delegazione, sul suo sito Web.
Nella foto, la delegazione incontra il ministro della giustizia e presenta una petizione per il rilascio di 72 attivisti non-violenti
Paul Larudee per la squadra FPM
http://www.freepalestinemovement.org
Traduzione dall’inglese di Giuseppina Vecchia