Quindici Stati – New York, Massachusetts, Washington, Connecticut, Delaware, District of Columbia, Hawaii, Illinois, Iowa, New Mexico, North Carolina, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont e Virginia – e il District of Columbia, dove ha sede la capitale americana, hanno presentato ricorso mercoledì per bloccare il piano del Presidente Trump di revocare il DACA— Deferred Action for Childhood Arrivals program – che protegge i cosiddetti DREAMers, quasi 800.000 giovani immigrati arrivati illegalmente da bambini negli Stati Uniti con i genitori.
“Comprendiamo quello che sta succedendo a Washington” ha dichiarato uno dei ricorrenti, il Procuratore Generale di New York Eric Schneiderman. “E sappiamo che quando i prepotenti si fanno avanti bisogna contrastarli in fretta. Ed è questo che stiamo facendo oggi… Per definizione, i DREAMers giocano secondo le regole, lavorano sodo e pagano le tasse. Per molti di loro l’America è l’unica casa che abbiano mai conosciuto. Meritano di restare qui.”
La cancellazione del DACA, annunciata martedì dal Ministro della Giustizia Jeff Sessions, ha scatenato proteste di massa in tutto il paese. A Washington, D.C., mercoledì un gruppo di attivisti si è radunato davanti alla sede del ministero e ha abbattuto un monumento nello stile di quelli dei generali sudisti, con Sessions issato su un piedestallo di cartone con la scritta “Monumento vivente alla supremazia bianca.”
Martedì la città di New York ha annunciato lo stanziamento di fondi per fornire servizi legali ai DREAMers. In un messaggio su Twitter, l’ufficio del sindaco Bill de Blasio ha affermato: “Non siete soli. Se avete problemi legali, noi vi aiuteremo. ”
Anche il sindaco di Boston Marty Walsh ha criticato la decisione del Presidente Trump sulla revoca del DACA. “Sinceramente dico questo alla Casa Bianca: non ti vogliamo qui a Boston. Ce la caviamo benissimo senza di te. E’ triste che il Presidente degli Stati Uniti e il Ministro della Giustizia mandino un messaggio del genere a tanti giovani”.