Per combattere la violenza sulle donne non bastano le campagne di sensibilizzazione. Servono risposte adeguate a chi denuncia la violenza e opportunità concrete di riscatto
Omicidio Maria Tino: per rompere il ciclo della violenza non basta la consapevolezza, è indispensabile fornire alle donne ascolto, interventi di supporto, e la possibilità di partecipare alla vita sociale e politica delle loro comunità.
Un’altra donna che aveva aderito alla campagna di ActionAid per dire no alla violenza sulle donne ha perso la vita per mano di un uomo. La nostra associazione, suo malgrado, si trova di nuovo citata perché Maria Tino, come Antonietta Di Nunno lo scorso maggio e Arianna Rivara a gennaio, aveva deciso di partecipare alla mobilitazione sui social lanciata il 25 novembre scorso dalla nostra organizzazione cambiando l’immagine del suo profilo Facebook. Se i numeri della campagna sono stati incoraggianti – 1,4 milioni di utenti hanno modificato la loro foto del profilo per sostenere la l’iniziativa – la sequenza di femminicidi registratasi negli ultimi mesi mostra un paese dove diritti e dignità delle donne sono spesso calpestati e la strada per prevenire e sconfiggere la violenza contro le donne è ancora lunga.
“La violenza di genere si combatte non solo con le leggi e le campagne di sensibilizzazione, ma anche garantendo risposte concrete alle donne che denunciano la violenza e offrendo opportunità di riscatto economico e sociale. In particolare, è necessario cambiare i comportamenti delle persone e aiutare le donne ad abbattere le barriere socio-culturali che sono all’origine della violenza, identificando i cambiamenti che vorrebbero vedere nelle loro case, scuole e comunità. Crediamo sia indispensabile educare al rispetto della persona e dei diritti delle donne e contrastare gli stereotipi di genere che sono alla base di una visione errata del ruolo di donne e uomini nella società”, dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia.
I fatti di cronaca e le statistiche rivelano che la parità tra donne e uomini resta un traguardo lontano per tutti i paesi, indipendentemente dal loro grado di ricchezza e sviluppo. Ancora oggi in tutto il mondo povertà e ingiustizie colpiscono le donne in modo sproporzionato a causa di squilibri di potere e di pregiudizi che superano i confini geografici, dall’Europa al più piccolo villaggio dell’India.
Secondo gli ultimi dati dell’ISTAT[1], in Italia il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni (6 milioni e 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, mentre il 16,1% ha subito stalking. Nell’Unione Europea, secondo l’ultima indagine della European Union Agency For Fundamental Rights[2], circa l‘8 % delle donne è stata vittima di violenza fisica e/o sessuale nei 12 mesi precedenti l‘intervista condotta nell’ambito dell’indagine, mentre una donna su tre ha subito una forma di violenza fisica e/o sessuale dopo i 15 anni. Più in generale, conclude l’Agenzia, nell’UE la violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani di vaste proporzioni, che in larga misura non viene denunciata.
L’Impegno di ActionAid
ActionAid è impegnata per garantire i diritti delle donne su più fronti. Attraverso il progetto We GO! l’organizzazione lavora per rafforzare i servizi a supporto delle donne vittime di violenza in Europa, con particolare attenzione a quelli promossi dai centri antiviolenza a favore dell’indipendenza economica. La violenza e la paura della violenza limitano infatti la mobilità delle donne e il loro accesso alle opportunità di formazione e lavoro, al tempo libero e alla partecipazione alla vita sociale e politica delle loro comunità.
Altrettanto importante è il lavoro di prevenzione. Per superare gli stereotipi di genere che danno origine alla violenza ed educare i futuri adulti fin dalla scuola primaria, ActionAid ha ideato il kit didattico “Nei panni dell’altra”. Il kit offre ai giovani studenti spunti di lavoro e riflessione utili a contrastare i meccanismi che possono dare origine a fenomeni di bullismo o di violenza di genere, favorendo l’accettazione delle diversità e l’integrazione.
ActionAid lotta inoltre contro pratiche tradizionali come i matrimoni forzati e precoci e le mutilazioni genitali femminili. Il Progetto AFTER ha l’obiettivo di combattere quest’ultimo fenomeno, che si sta diffondendo sempre di più anche in Europa tra le comunità di migranti originarie di paesi dove vengono culturalmente praticate, e di accrescere la consapevolezza tra i politici e le istituzioni del rischio esistente. ActionAid chiede che ovunque nel mondo siano rispettati i diritti sessuali e riproduttivi delle donne e che sia garantito loro l’accesso ai servizi di pianificazione famigliare.
[1] Indagine ISTAT sulla Sicurezza delle donne: https://www.istat.it/it/archivio/194779
[2] Violence against women: an EU-wide survey – European Union Agency For Fundamental Rights: http://fra.europa.eu/en/publication/2014/violence-against-women-eu-wide-survey-main-results-report