L’opinione pubblica in questi giorni si è mossa, attraverso i media e social network, per evidenziare il proprio disgusto e lo sgomento provato nell’apprendere dello stupro patito per lungo tempo da una adolescente del sud Italia. A capo dello squallido piano vi è stato, stando alle indagini effettuate dagli inquirenti delle forze dell’ordine, il fidanzatino della vittima, che subdolamente ha saputo coinvolgere anche gli amici più stretti, postando lo scenario drammatico attraverso video ricordo su you tube. Lo squallore si è visto accrescere nei giorni successivi dopo le dichiarazioni rilasciate attraverso una emittente privata dal sindaco di Pimonte, Michele Palummo che ha definito l’accaduto una semplice bambinata, aprendo così il secondo teatrino del caos e della vergogna in territorio italiano. Cosa sia uno stupro nessuno di noi potrà mai immaginarlo, il sentirsi inermi ed abusati in ciò che una donna per naturale concezione definisce romantico; ma oramai dobbiamo ammettere che tutto ciò nella società odierna ha perso il senso universale della decenza. La società moderna oggi è tenuta ad impugnare tutte le responsabilità del caso, fautrice di questo risultato come ci spiega oggi lo psicologo Mauro Lo Castro laureato in psicologia generale e sperimentale presso l’ università degli studi di Firenze, psicologo ad orientamento cognitivo- comportamentale. Da anni si dedica in prima linea negli sportelli di aiuto per danni psicologici arrecati da un passato di violenza subita, vanta molta esperienza nel supporto psicologico ai minori e soprattutto lo studio del danno arrecato dallo stress del vivere anche sui giovani nelle carceri romane.
Si parla di questi accadimenti quando veniamo a contatto con un caso eclatante come questo, possiamo definirlo un caso isolato o ci troviamo di fronte ad un problema diffuso?
Si, possiamo definirlo diffuso l’abuso tra minorenni ma il problema non è circoscritto a questo, i ragazzi ormai sono obbligati a strutturarsi in gruppo o da soli a causa dell’ assenza di regole percepite dal mondo adulto. Arrivano così a strutturarsi da soli non avendo mediazione alcuna alle proprie emozioni, mentre all’interno del branco la responsabilità di ognuno viene condivisa. Significa quindi disperdere all’interno del gruppo la responsabilità di qualsiasi atto. Questo spiega il motivo per cui sono in aumento gli stupri di questo tipo; alle spalle di questi giovani mancano principalmente dei valori, manca soprattutto il senso dell’umanità. Bene chiarire che questo episodio è qualcosa di disumano, partiamo dal presupposto che se analizziamo la situazione in maniera neutrale all’interno di questo accaduto sono tutti vittime, sia chi ha stuprato sia chi ha subito lo stupro, perché figli di un contesto culturale povero.
Quindi una forte responsabilità va data alla società moderna che stiamo vivendo?
Assolutamente si, questo nostro modo di vivere sta insegnando ad approcciarsi al prossimo non come essere umano ma ad un oggetto che vada poi utilizzato a proprio piacimento, come insegna Bauman, famoso psicologo e sociologo, ci troviamo all’interno della filosofia dell’ usa e getta. Dobbiamo quindi cercare di comprendere che nell’inconscio di questi ragazzi lo stupro è stato vissuto come un gioco, la vera mostruosità è di fatto questa.
Spesso c’è poi l’abitudine di dare notizia pubblicando i video dello stupro su youtube o altri media, perché?
Questo rappresenta semplicemente la normalità ad oggi, si tratta di una moda del momento, negli anni sessanta veniva gestito in maniera differente. Cambiando gli strumenti dei mass media di conseguenza gli strumenti si adeguano. L’uso di internet da parte dei giovani possiamo definirlo estremamente confuso, non ci sono regole reali all’interno del web che possano impedire determinate cose, inoltre il bisogno di rivedersi sessualmente per raggiungere l’eccitazione deriva dalla società dell’immagine, sembra assurdo ma l’essere umano oggi trova più eccitante riprendersi e guardarlo che farlo.
Possiamo definire la sessualità dei minorenni già così spregiudicata?
La sessualità è intrinseca già in età molto piccola come resiste poi in età molto avanzata, cambia semplicemente il modo in cui viene concepita. In questo periodo storico i giovani hanno più accesso al mondo dell’informazione, non dimentichiamo che il mercato della pornografia ha subito un crollo perché è oramai gratuito trovare tutto ciò che interessa. Questo comporta che loro mettono in pratica ciò che vedono quindi anche situazioni animalesche senza percepire la minima mediazione da parte degli adulti.
Credi dunque che si renderanno conto di ciò che hanno fatto nonostante l’omertà che si è formata in questa piccola città?
Succede anche a scuola quando ci confrontiamo di fronte ad atti di bullismo, le famiglie si difendono dall’accusa di non essere stati buoni genitori, quindi, invece di prendere in considerazione il problema, la società si alza facendo da scudo. Con questo meccanismo in realtà i ragazzi vengono lesi maggiormente, sono arrivati infatti a questo gesto perché i genitori ne negano l’ emotività, evitando qualsiasi dialogo con i propri figli.
Si potrebbe quindi dedurre a monte l’assenza delle famiglie?
Assolutamente si; più uno stato ed una scuola incapaci di trasmettere valori. L’identità di un ragazzo si crea quando comincia a rubare pezzetti dagli adulti per formare se stesso, non potendo attingere a questo vi sarà una perdita nel controllo dell’impulso.
Come psicologo che tratta questo tema da parecchi anni, potresti dare un consiglio sul come si dovrebbe intervenire?
Dobbiamo innanzitutto chiederci perché è accaduto un fatto del genere analizzando le dinamiche, dei ragazzini l’hanno trattenuta e a turno l’ hanno stuprata. Cosa significa? Semplice, che il loro livello di empatia è talmente basso che nel mentre erano incapaci di pensare.
Quindi cosa dobbiamo fare?
Portarli a percepire lo stesso dolore che ha provato la vittima, facendogli prendere coscienza. Attraverso un percorso ben specifico. In questo momento la repressione sarebbe deleteria. Lo sfondo della punizione deve essere riabilitativo e non repressivo. Le prigioni italiane non hanno niente di riabilitativo, uscirai più delinquente di prima, si rischia che compiano un gesto simile a questo. Non dobbiamo prendere esempio dagli Stati uniti, dobbiamo fondarci sugli esempi che ci propose Beccaria, la prigione dovrebbe essere una forma di riabilitazione che così purtroppo non è.
Qual è l’errore che si sta compiendo in questo momento?
La società si sta focalizzando sul branco, mentre noi dobbiamo ridare centralità alla vittima, dobbiamo portarli a vedere cosa hanno fatto. Gli italiani amano dividersi in favorevoli e contrarsi, gravissimo errore, il controllo delle istituzioni sociali è saltata completamente e questo è un campanello di allarme molto forte.
Il genitore della vittima come dovrebbe comportarsi in questi casi?
Importante è non vivere la stessa rabbia della vittima con il rischio così di reprimerla. Una persona che ha subito un trauma del genere ha bisogno di molto spazio ed ascolto, va immediatamente accompagnata da un terapeuta, vanno inoltre sospesi i giudizi sulla persona. Una persona vittima di stupro non viene violata esclusivamente nella sua intimità fisica ma soprattutto in quella psicologica. La sua volontà in quel momento non contava nulla, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa che comunque l’avrebbero tenuta ferma. Il genitore deve quindi essere molto empatico, molto disponibile, soprattutto accessibile, perché ci troviamo di fronte ad una persona che ha perso la sua fanciullezza.
Parli di branco, possibile che il fidanzato l’abbia plagiata mentalmente per poi inserirla in questo gioco di gruppo?
Si… ma la domanda che dobbiamo porci è: Dove può averlo imparato? Questo è stato un piano mostruoso, ma non dobbiamo porci come giudici, non è importante chi ha iniziato. Tutti sono responsabili, l’omertà per prima, quindi vanno puniti tutti nello stesso identico modo. La ragazza dovrà essere risarcita perché ci troviamo di fronte ad un danno di dimensioni smisurate, si sentono sporche, non dimentichiamo che molte di loro arrivano al suicidio.