Nell’ambito del “Compact with Africa”, il Governo Federale intende avviare dei progetti infrastrutturali con lo scopo di favorire il capitale privato al fine di diminuire i rischi per gli investitori. Questi progetti sono stati aspramente criticati dalle referenti del vertice per la solidarietà internazionale (Global Solidarity Summit).
“Il “Compact” non mira ad aiutare il popolo africano a uscire dalla povertà – come afferma Jane Nalunga, esperta di scambi commerciali, tassazione e investimenti presso il Southern and Eastern African Trade Information and Negotiations Institute (SEATINI) in Uganda – lo scopo del Compact è di creare delle opportunità di investimento per le aziende dei Paesi nel G20”. “Tutto ruota attorno ai diritti degli investitori, ai cui occhi l’Africa deve rendersi più attraente, ma cosa accadrà ai diritti delle cittadine e dei cittadini? Le infrastrutture da sole non portano allo sviluppo.”
Con l’inizio del proprio mandato presidenziale del G-20, il Governo federale tedesco ha annunciato la propria intenzione di promuovere l’avanzamento della politica africana. Le cause delle migrazioni dall’Africa verso l’Europa dovrebbero essere affrontate, favorendo una reale prospettiva di vita per le persone nei propri Paesi d’origine. I risultati sono rappresentati finora da un cosidetto Piano Marshall del Ministero Federale per la Cooperazione Economica, costituito dal “Compact with Africa” del Ministero Federale delle Finanze e dall’iniziativa “Pro!Afrika” del Ministero Federale dell’Economia. Nel corso di una conferenza sull’Africa tenutasi il 12 e 13 giugno a Berlino, sono stati sottoscritti i documenti ufficiali del Governo federale, conosciuti anche come “Investor Roadshow”.
Come afferma Jane Nalunga, “Le infrastrutture dovrebbero essere pianificate a livello nazionale e regionale in modo da soddisfare in maniera adeguata le specifiche esigenze economiche sul territorio, in modo tale che i produttori e le produttrici locali ne possano trarre beneficio”. Nel “Compact” Jane Nalunga non vede traccia di questo approccio. Si tratta, quindi, di un mero investimento in infrastrutture.
“L’obiettivo essenziale del “Compact” è creare opportunità di investimento sicure per gli investitori istituzionali in Africa, approfittando di questa fase di persistente basso rendimento degli interessi per sfruttare invece i rendimenti più elevati che possono essere raggiunti, per esempio con partenariati pubblico-privati, ovvero i PPP”, aggiunge Jana Mattert dall’Associazione GiB (Gemeingut in BürgerInnenhand ndt:il bene comune nelle mani dei cittadini- organizzazione contro le privatizzazioni, a sostegno delle persone, senza connotazione politica www.gemeingut.org). Il PPP è una forma di privatizzazione con alcune conseguenze devastanti: i profitti vengono privatizzati, ma i rischi e le perdite sono tutti a carico della collettività.
Anche Elizabeth Ngari dall’iniziativa Women in Exile (Donne in Esilo) ha criticato i piani Africani del Governo Federale sostenendo: “Si tratta di partenariato o repressione? Per quanto tempo ancora intendiamo credere che la dignità delle persone si possa barattare con i profitti?”
Quello a cui stiamo assistendo è la prima tappa di un moderno neo-colonialismo, che si combina con il razzismo e la dittatura della UE. Gli europei chiudono le loro e le nostre frontiere e accettano che la gente possa annegare nel Mediterraneo. È triste che i Paesi africani si sottomettano a certi piani. Chiediamo a gran voce il diritto di tornare, di andare o di rimanere.”
Per ulteriori informazioni sul Global Solidarity Summit: www.solidarity-summit.org
Traduzione trommons.org di Karina Pisu