Venerdì 12 aprile 2013 alcune delle peggiori organizzazioni neofasciste – i cui lugubri nomi sono un segno inequivocabile di identità: “Gioventù della fiamma”, Gioventù di ferro”, Circolo culturale Domenico Leccisi” – hanno organizzato una manifestazione in viale Ungheria a Milano al grido di “Via i Rom dal quartiere”, aizzando l’odio contro una comunità di Rom rumeni che da qualche mese si è installata in tre capannoni abbandonati. Il loro più grave difetto è quello di essere poveri e magari di “infastidire” qualcuno con la richiesta di carità di fronte al supermercato Billa, nel quale spesso si trovano in fila alle casse le donne della comunità a pagare i loro acquisti.
Quello che ai nostri occhi è molto grave è che un tale presidio sia stato permesso, pur sapendo bene che questa comunità sarà sgomberata dall’amministrazione comunale a breve e inserita in una struttura per avviare possibili soluzioni di integrazione.
I fascisti falsano la verità dimenticando che i 5 milioni di cui si parla nel progetto del Comune sono quelli stanziati dal ministro leghista Maroni e che nella passata legislatura il vicesindaco De Corato ha buttato al vento ben più di 5 milioni di soldi pubblici in sgomberi utili solo alla sua propaganda, lasciando tutti i problemi irrisolti. Strumentalizzano una presenza tutto sommato innocua in una zona che da anni ha ben altri e non risolti problemi di sicurezza e vivibilità, magari pensando di presentare come una propria vittoria una decisione assunta da tempo dall’attuale amministrazione.
E questo è logico trattandosi di fascisti, ma perché i responsabili della Questura hanno permesso una tale manifestazione, sapendo bene che da tali gruppi non può che venire violenza, come si è puntualmente verificato nella notte con il lancio di bottiglie incendiarie? Cosa sarebbe successo se i Rom non avessero vigilato per difendere le loro famiglie?
Noi, associazioni di Rom e Sinti, aderenti alla Consulta Rom e Sinti di Milano, chiediamo:
– ai responsabili della sicurezza di considerare Rom e Sinti uguali a tutti gli altri per quanto riguarda prima di tutto il diritto alla sicurezza
– all’amministrazione comunale di proseguire in un’azione rispettosa delle famiglie delle nostre comunità e del loro diritto a una vita dignitosa con progetti condivisi.
Invitiamo i cittadini a cercare la verità nei fatti e non nelle bugie propagandistiche, come è avvenuto per troppo tempo.
Associazione UPRE ROMA, Cooperativa Romano Drom, Museo del viaggio Fabrizio De Andrè, aderenti alla Consulta Rom e Sinti di Milano e alla Federazione nazionale Rom e Sinti insieme.