In un precedente articolo del 27 aprile (Emergenza nucleare: sabotaggio del regime di non proliferazione, https://www.pressenza.com/it/2017/04/emergenza-nucleare-sabotaggio-del-regime-non-proliferazione/) avevo discusso come i programmi di cosiddetta “modernizzazione” degli armamenti nucleari (missili, sommergibili, bombardieri strategici, ecc.) minano le fondamenta del regime di non proliferazione. Un programma del costo di un trilione di $ (mille miliardi!) in 30 anni, sviluppato sotto la presidenza del “Nobel per la Pace” Obama! Così gli Stati Uniti si sono preparati per un first-strike nucleare alla Russia!

Le minacce di un first-strike nucleare cominciano a circolare con una insistenza allarmante. Il 24 aprile scorso il Segretario alla Difesa britannico Michael Fallon si è esibito in una sfrontata dichiarazione, come fosse una cosa naturale, che la Gran Bretagna lancerebbe i propri missili nucleari per un first-strike[1]: viene spontaneo chiedersi quale sarebbe il nemico che metterebbe a repentaglio l’esistenza della Gran Bretagna! O pensa di usare bombe nucleari per prevenire un attacco terroristico?

Il 9 maggio, subito prima delle elezioni presidenziali in Francia, è apparso un articolo di Paul Craig Roberts, dell’Institute for Political Economy (http://www.paulcraigroberts.org/2017/05/09/french-election-catastrophe-world-peace/) in cui egli afferma che “l’alto comando russo ha annunciato che Washington ha convinto i militari russi che Washington ha l’intenzione di un first-strike preventivo contro la Russia”. Le notizie si accumulano: “I militari americani, ‘Siamo pronti a usare le armi nucleari’” (http://www.ecowatch.com/us-nuclear-weapons-test-2398101399.html).

Chi diceva che tre indizi fanno una prova? Ovviamente ci auguriamo che in questo caso si sbagli! Ma da parte nostra è necessario che ne prendiamo consapevolezza, ci organizziamo, e diffondiamo il più possibile la notizia per prevenirla ed impedire un armageddon nucleare.

Richiamiamo in sintesi quanto scrivevamo il 27 aprile. L’autorevole Bulletin of the Atomic Scientists ha dato l’allarme da mesi: nel Life Extension Program, che fa parte del programma di “modernizzazione”, è stata sviluppata una “super-spoletta” che triplica la precisione, la letalità delle testate nucleari dei missili balistici della marina USA schierati sui sommergibili, innescando la testata sempre ad una distanza tale dal bersaglio da investirlo con l’intera potenza esplosiva. Prima dell’invenzione di questo nuovo meccanismo di innesco le testate dei missili potevano passare sul bersaglio e detonare troppo lontano per distruggerlo. È vero che i sommergibili nucleari sfuggirebbero a questo attacco e lancerebbero la ritorsione nucleare, ma i militari contano che il potenziamento delle difese antimissile statunitensi avrebbe la capacità di abbattere tutti missili di questa ritorsione. Questa valutazione appare comunque problematica, perché Mosca ha sicuramente montato sui missili oltre alle testate vere innumerevoli esche e false testate per ingannare e saturare le difese missilistiche. Ma i calcoli dei militari sono sempre basati sulla fiducia cieca nelle loro armi: basterebbe qualche che testata sfuggisse alle difese missilistiche per provocare negli USA decine di migliaia di morti e distruzioni immani! Occorre ribadirlo, è pura follia pensare di vincere una guerra nucleare, TUTTI perderebbero.

È più che mai urgente che i negoziati iniziati in marzo all’ONU, a seguito alla storica risoluzione dell’Assemblea Generale del 23 dicembre formulino nella seconda fase di giugno-luglio un nuovo trattato che stabilisca che il possesso, la minaccia e l’uso delle armi nucleari è illegale, è un crimine! Oggi esistono trattati internazionali che mettono al bando armi inumane, quelle chimiche e batteriologiche, le mine, il cui uso è considerato dalla comunità internazionale come crimine. Nulla di simile esiste per le armi nucleari, vi un vuoto inaccettabile nel diritto internazionale. Gli Stati nucleari e i membri della Nato boicottano il negoziato dell’Onu: dobbiamo esercitare la massima pressione sul governo italiano perché partecipi al negoziato e si adoperi per il suo successo.

Una volta che l’illegalità delle armi nucleari sia codificato in un trattato internazionale, sarà uno strumento in più in mano agli Stati non nucleari nella prossima Conferenza quinquennale di Revisione del TNP del 2020: nelle quali gli Stati nucleari si sono sempre sottratti agli obblighi dell’Art. VI del TNP, di condurre trattative in buona fede per arrivare a un disarmo nucleare totale (ed anche convenzionale).

Intanto bisogna lavorare per costringere gli Stati nucleari a togliere i loro missili nucleari dallo stato di allerta su allarme, per il lancio immediato: che è come tenere il dito sul grilletto della pistola! Se i missili venissero deallertati, cioè dovessero venire appositamente attivati per il lancio, o meglio ancora le testate nucleari venissero separate fisicamente dai missili, occorrerebbe un tempo di preparazione che lascerebbe tempo per negoziati per risolvere in altro modo le tensioni.

L’allarme di una guerra nucleare viene addossato alla Corea del Nord, che ha appena eseguito un nuovo test missilistico, ma bisogna ribadire che il vero pericolo sono gli Stati Uniti! Anche loro eseguono test di missili avanzatissimi, ma nessuno protesta!

[1]     http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/theresa-may-nuclear-weapons-first-strike-michael-fallon-general-election-jeremy-corbyn-trident-a7698621.html?mkt_tok=eyJpIjoiWm1abU9EQXdNVEprTW1ZMyIsInQiOiI3XC96cWR0aDRVTzZwT2M1bWRWUGVVcjYwYUs5aFNYanoyTmZraFRPUEtDNEc0UFlSeGZ2d0RxT0lkbU9WbkJTME1xb3hiMENWZElUT09RSGpWTlhSZndBQ2loZkxTb2NtU1BSYitIVW5RUUlJVXBvUGdRdWRJbFZ2ZzZiZFJ6aHoifQ%3D%3D