La Comunità per lo sviluppo umano incoraggia e solidarizza con la protesta dei popoli di Tunisia, Algeria, Albania, Yemen ed Egitto.
La ribellione quasi contemporanea e per motivi simili di questi popoli, ci sembra l’ ennesima dimostrazione che la crisi economica che stiamo vivendo è solo l’ultima propaggine di una profonda crisi di valori.
Una crisi che viene da lontano; l’umanità non produce nulla di veramente evolutivo per la sua coscienza da decenni e basa la sua spinta evoluzionista sul campo tecnologico, con risvolti ovviamente funzionali all’economia.
Il capitalismo, il liberismo e il neo-liberismo sono destinati al fallimento perché essi stessi creano un sistema chiuso, che come tale è destinato all’entropia ed al crollo.
Ma la storia dell’umanità ci insegna anche che la crisi è preludio di cambiamento e ci auguriamo che questo momento possa essere, per i paesi già in rivolta e per il mondo intero, il trampolino per un salto verso quella cultura, quella strutturazione avanzata della coscienza, nella quale ogni forma di violenza produca ripugnanza.
L’insediamento nella futura società della cultura della nonviolenza sarebbe una conquista profonda che va al di là delle emozioni e delle idee che si manifestano debolmente nella società attuale e potrebbe essere il preludio di una nuova e più umana intelaiatura psicosomatica e psicosociale dell’essere umano.
Invitiamo i governi di questi paesi a dimettersi e le popolazioni ad esprimere la grande spinta del cambiamento con la metodologia della nonviolenza, affinché questa tappa di superamento del vecchio ad opera del nuovo ci avvicini in maniera crescente al mondo a cui tutti noi esseri umani aspiriamo.