I risultati delle elezioni locali in Gran Bretagna sono definitivi, e non sono positivi per i Laburisti. Naturalmente se ne darà la colpa al suo leader, Jeremy Corbyn, naturalmente la corrente di destra all’interno del partito griderà “Ve l’avevamo detto”, ovviamente i media, dopo aver svolto una intensa e calunniosa campagna di un livello persino peggiore dei suoi stessi nemici politici, non si assumeranno alcuna responsabilità per i tanti che perdono fiducia nell’unica persona (o squadra) che potrebbe cambiare radicalmente la direzione dell’economia suicida adottata dall’attuale governo.
Le elezioni politiche si avvicinano, con la prospettiva di un disastro anche più grande tra poche settimane, preannunciando un cedimento totale che darà al primo ministro May (letteralmente “sposata” alla City, il distretto finanziario di Londra, tramite il marito banchiere) mano libera per completare la distruzione dei servizi pubblici: salute, istruzione, edilizia abitativa, prestazioni sociali. La May ha per di più manifestato il desiderio di impegnarsi nella politica estera omicida di Trump, a cominciare dalla Corea ma pronta ad andare anche oltre se necessario. Quanto agli scrupoli di Corbyn rispetto all’uso di missili nucleari contro i civili, ha risposto dichiarando di non aver alcun problema a farlo.
Cosa sta avvenendo, allora, nel cuore delle persone che votano per le opzioni più auto-distruttive, per i vari Trump, Le Pen, May, Dutertes di questo mondo?
Il potere dei mezzi di comunicazione, che instillano paura e paranoia contro potenziali nemici, è tanto persuasivo da far credere che soltanto avendo dei leader impietosi ci si può sentire “al sicuro”?
Questa ondata di governi violenti che stanno prendendo il potere in tutto il mondo è un disastro per l’umanità. Di solito non sono d’accordo con il Prof Hawking e i suoi curiosamente apocalittici proclami. Ora ci dice che abbiamo 100 anni per andar via da questo pianeta. Inevitabilmente oggi questo sembra una cosa ragionevole da dire.
Eh no! Posso capirne la motivazione, ma è proprio ora che nei pensieri, nei sentimenti e nelle azioni di tutta l’umanità dovrebbe risvegliarsi l’impegno contro questa deriva corrosiva. La nonviolenza attiva ha tutti gli strumenti per cambiare direzione, ha bisogno solo che le persone si impegnino.
L’apatia non è più un’opzione.

Traduzione dall’inglese di Giuseppina Vecchia per Pressenza