Con tre ore di dibattito televisivo, lo scontro elettorale tra Marine Le Pen ed Emanuel Macron per diventare Presidente della Francia sembra essere arrivato al culmine.
Macron si è presentato per quello che è, uomo dell’establishment, prodotto dell’ENA (École Nationale d’Administration), funzionario di alto livello della banca Rothschild, ministro dell’economia. Sarà fedele a Buxelles e a Francoforte e garante delle politiche monetarie che si elaboreranno in Europa, anche con il suo contributo. Di fronte al terrorismo islamista difende il sistema di sicurezza attuale in Francia e in Europa.
Le Pen ha elencato i suoi obiettivi. È contro le élites, contro la globalizzazione, contro lo star system, contro la spettacolarizzazione del nichilismo morale, contro l’alta finanza, contro il melting pot culturale. In Macron vede il tecnocrate che continuerà le politiche euroiste di Sarkozy e di Hollande, incapace di combattere il jihadismo terrorista, che non propone misure adeguate per arrestare il declino della Francia.
A livello internazionale, Obama ha dichiarato il suo sostegno a Macron. “Supporto Emmanuel Macron” ha detto, e ha concluso in francese: “En Marche! Vive la France!” Il leader dell’Ukip, partito britannico antieuropeista, Nigel Farage, ha invece dichiarato il suo appoggio a Marine Le Pen. Secondo Farage la conquista dell’Eliseo da parte della leader del Front National renderebbe più facile la Brexit per Londra in quanto l’attenzione di Bruxelles si sposterebbe su Parigi. Il suo socio italiano, Beppe Grillo, sembra non si sia ancora espresso. Recenti sondaggi danno vincente Macron a circa il 60% e perdente la Le Pen a circa il 40%.
I 7 milioni di francesi che hanno votato per la Francia Ribelle di Jean-Luc Mélenchon non voteranno né per Macron né per Le Pen. Le Pen è un politico fascista che con la sua linea favorisce la politica finanziaria iperliberista di Macron e la sua vittoria alle presidenziali. Macron è quello descritto sopra.
Interessante è una frase che circola nelle banlieues: “Sia Macron che Le Pen sono per l’aumento delle spese della polizia e questo significa fare la guerra ai neri e agli arabi francesi”.
Francia Ribelle guarda, oltre le presidenziali, alle prossime legislative, ma innanzitutto a sconfiggere nella società e nel territorio le atrocità sociali ed economiche che il liberismo sempre più sfrenato provoca. Una battaglia, quindi, per l’egemonia, l’alternativa e il cambiamento.