La base militare statunitense di Guantanamo fu trasformata in carcere dopo gli attentati del 11 Settembre 2001 per contenere presunti criminali catturati nell’ambito di una supposta guerra al terrorismo internazionale lanciata da Washington.
Guantanamo è considerato un moderno campo di concentramento dove la popolazione carceraria subisce vari tipi di tortura che vanno dall’isolamento in celle con temperature estreme o l’obbligo a mantenere una posizione fetale per oltre 24 ore senza mangiare.
Coloro che sono riusciti ad uscirne classificano questi metodi come una versione raffinata di terrore nei confronti della specie umana sullo stesso stile di quelli impiegati dai nazisti nei campi di concentramento di Auschwitz, Dachau, Sachsenhausen, Buchenwald, Flossenburg, Mauthausen e Ravensbrück.
Il campo dispone di tribunali militari che impongono la pena di morte e le cui decisioni sono inappellabili sulla base di prove ottenute da “confessioni” conseguite sotto tortura.
Documenti filtrati da Wikilieaks hanno rivelato l’uso di pratiche violente durante gli interrogatori della CIA per ottenere informazioni e confessioni rispetto al defunto capo di Al-Qaeda, Osama Bin Laden, assassinato da militari statunitensi.
Sempre il sito di Wikilieaks ha pubblicato il caso di Modulá Abdul Raziq, afgano e di Mishal Awad Sayaf Alhabiri, saudita, prigionieri affetti da disturbi psichiatrici che reclusi per anni a Guantanamo avrebbero tentato varie volte il suicidio prima di poter essere riportati ai propri paesi di origine.
La base è ancora aperta nonostante la condanna della comunità internazionale e le costanti denunce delle atrocità perpetrate dalla CIA e dei militari.
Continua ad essere aperta nonostante rappresenti un’enorme spesa per i contribuenti americani, dato che ciascun detenuto costa 800 mila dollari l’anno, contro i 35 mila per coloro che sono detenuti nelle carceri statunitensi.