A seguito dell’approvazione in via definitiva, da parte della Camera dei Deputati, della legge di conversione del decreto legge del 17 febbraio 2017, n.13 intitolato “Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale” (il cosiddetto decreto Minniti-Orlando), il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi ha espresso preoccupazione per la significativa riduzione delle garanzie procedurali per i richiedenti asilo cui venga negata protezione dalla Commissione territoriale.
Decisioni più tempestive sulla protezione internazionale sono nell’interesse dei richiedenti asilo ma, ha sottolineato Marchesi, la celerità non deve portare ad una limitazioni dei diritti e delle garanzie procedurali.
L’art. 46 della Direttiva dell’Unione europea 2013/32 sulle procedure in materia di protezione internazionale, nello stabilire che gli stati devono offrire un rimedio effettivo in caso di diniego della protezione internazionale, specifica che tale rimedio deve garantire un riesame completo ed ex nunc della situazione del richiedente sia per quanto riguarda i fatti che per quanto riguarda i punti di diritto.
Secondo il decreto Minniti-Orlando le nuove sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea decideranno ordinariamente in camera di consiglio, sulla base di una videoregistrazione dell’intervista data tramite interprete dal richiedente asilo di fronte alla Commissione Territoriale.
Amnesty International Italia esprime preoccupazione circa l’adeguatezza della procedura camerale con solo uso della videoregistrazione dell’intervista, unita all’abolizione del secondo grado di appello, a una materia che può portare ad esporre un individuo a gravi rischi per la vita e l’incolumità personale. Il richiedente asilo avrà una sola possibilità di spiegarsi di persona di fronte a un’autorità nazionale, ovvero la Commissione territoriale.
Amnesty International Italia ha inoltre notato le numerose critiche già sollevate da avvocati e magistrati, inclusa l’Associazione nazionale magistrati (Anm), che rilevano profili di incostituzionalità e anche di irrazionalità di alcune delle norme introdotte dal decreto Minniti-Orlando. In particolare l’Anm ha criticato la forte limitazione del contraddittorio e della pubblicità dell’udienza in una materia riguardante i diritti umani, nonché l’abolizione del diritto d’appello in un ordinamento che lo garantisce anche per controversie di valore pecuniario e non pecuniario molto modesto rispetto a quanto è in gioco in una controversia riguardante la protezione internazionale.
A tale riguardo Amnesty International Italia ha considerato che si potrebbero ravvisare aspetti discriminatori rispetto al diritto a un rimedio effettivo tra cittadini e stranieri, che derivano dall’abolizione del diritto d’appello rispetto alla decisione del tribunale in materia di protezione internazionale.