Il governo dichiara chiusa l’”Emergenza Nord Africa” il 28 febbraio e migliaia di profughi rischiano di essere letteralmente abbandonati e maltrattati ancora una volta.
Si ricorderà che 2011 erano sbarcati in Italia circa 18.000 persone richiedenti asilo, in fuga dalla Libia. Sono ancora sotto i nostri occhi le immagini drammatiche degli sbarchi a Lampedusa, da parte di profughi fuggiti da un conflitto e usati come merce di scambio dal regime di Gheddafi.
Il governo italiano aveva previsto: un piano d’accoglienza (gestito dalla Protezione Civile) in previsione di un progressivo inserimento abitativo; la momentanea regolarizzazione (con la concessioni di permesso di soggiorno per motivi umanitari con carta d’identità e titolo di viaggio come sostitutivo del passaporto); corsi di formazione per inserimento al lavoro.
Dopo un anno e mezzo il piano si è rivelato un fallimento da tutti i punti di vista:
- strutture di accoglienza in condizioni disumane (come documentato dai reportage di Repubblica, Espresso e New York Times). Anche la Commissione per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha dichiarato l’Italia inadempiente rispetto agli standard minimi di accoglienza dei richiedenti asilo.
- Ritardi e non adempimenti da parte delle prefetture nel rilascio dei documenti (permesso di soggiorno, carta d’identità e titolo di viaggio), che hanno ostacolato le opportunità di lavorare o di ripartire verso altre mete.
- Corsi di formazione, inserimento lavorativo ed abitativo inesistenti.
Tutto questo tenendo conto che sono stati stanziati fondi consistenti, equivalenti a 1 miliardo e 300 milioni stanziati (1.300 euro al mese a profugo!). Visti i risultati, aleggiano nutriti dubbi sulla gestione e utilizzo di questi fondi.
Con la circolare del Ministero dell’Interno del 18 febbraio, con la quale si dichiara chiusa l’emergenza, siamo di fronte alla beffa oltre al danno, con la conseguenza che molti profughi si trovano di fatto senza un tetto, senza documenti e senza prospettive future lavorative e abitative.
L’unica ridicola “concessione” che viene fatta è un bonus di 500 euro per l’uscita dalle strutture di accoglienza, al fine di provvedere autonomamente all’inserimento abitativo.
Convergenza delle Culture:
-rivendica, a nome dei profughi, il pieno rispetto dei diritti umani, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla convenzione internazionale sui rifugiati.
-denuncia il provvedimento del governo come un’autentica violazione di questi diritti;
-condivide e si associa alle richieste sottoriportate e contenute nell’appello nazionale diffuso dal progetto MeltingPot Europa:
“- la proroga dell’accoglienza oltre il 28 febbraio con risorse destinate all’inserimento abitativo
dei rifugiati;
– la messa a disposizione di borse lavoro, fondi per la formazione, l’inserimento lavorativo e di
somme adeguate per chi voglia raggiungere altre mete, anche attingendo dall’enorme quantità
di denaro accumulata dagli enti gestori che non hanno mai messo in campo queste attività;
– l’immediato rilascio per Tutti dei permessi di soggiorno, dei titoli di viaggio, delle carte
d’identità;
– l’adozione di queste misure in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale.”
Per aderire all’appello: http://www.meltingpot.org/articolo18336.html
Convergenza delle Culture Italia