I produttori incontrano i consumatori e si creano legami di fiducia e sostegno reciproco. E’ la filosofia dell’Alveare che dice sì, una rete di gruppi d’acquisto che si sta diffondendo in tutta Italia. Sono già 150 i gruppi formatisi.
Oggi la Grande Distribuzione Organizzata, attraverso la quale abbiamo accesso a tutti o quasi tutti i prodotti che acquistiamo, non consente una connessione tra consumo e produzione. I produttori e i consumatori, in sostanza, sono come due rette parallele che non si incontrano mai. Perdere il contatto con chi produce il nostro cibo, vivere nell’ignoranza di dove sia stato prodotto e in quali condizioni etiche (dall’abuso perpetrato nei confronti della terra e degli animali, all’uso di sostanze chimiche non specificate, allo sfruttamento delle persone coinvolte nei processi di produzione) si ripercuote negativamente ad ogni livello sulla nostra vita di persone e non solo di semplici consumatori o produttori. A risentirne, infatti, è la nostra salute, il nostro portafoglio, il nostro territorio, la nostra cultura e, non ultime, le nostre relazioni umane, il nostro benessere, la nostra “contentezza”.
L’Alveare che dice sì, attraverso la promozione di una filiera cortissima, vuole recuperare e reinventare un nuovo modo, etico, ecologico e giusto, di produrre e consumare cibo attraverso una vera e propria rete che agisce su base locale con l’obiettivo di realizzare un’economia sana, critica e consapevole. Attraverso quello che sembra un atto quasi distratto, spesso veloce e fatto senza attenzione come quello di fare la spesa è possibile, infatti, agendo localmente, contribuire alla lotta contro lo sfruttamento, i cambiamenti climatici, gli allevamenti intensivi, l’inquinamento di interi territori ed ecosistemi anche molto lontani da noi.
Abbiamo incontrato Paolo Nosenzo, responsabile Comunicazione e Marketing de L’Alveare che dice Sì! che ci spiega di cosa si tratta.
Quando è nato L’Alveare che dice sì!? E dove?
Il progetto è nato in Francia nel 2011, e fa parte del movimento europeo The Food Assembly. In seguito si è poi diffuso anche in UK, Belgio, Spagna, Germania e, da un annetto e mezzo, è arrivato anche in Italia!
Di chi è stata l’idea?
Il progetto è stato portato in Italia da Eugenio Sapora, che ora è il responsabile della rete italiana. Eugenio ha conosciuto il progetto in Francia e se ne è innamorato, e ha pensato (a ragione) che potesse funzionare anche nel nostro Paese.
Come funziona esattamente un Alveare? Ci può spiegare esattamente cosa succede e in che modo?
Il cliente si registra gratuitamente su www.alvearechedicesi.it e si iscrive all’Alveare più vicino (viene visualizzata una barra di ricerca in cui inserire il proprio indirizzo). A questo punto può già iniziare a fare la spesa, scegliendo da una gamma di prodotti locali; frutta, verdura, carne, formaggio, pane… (tutti nel raggio medio di 30-40 km di distanza dall’Alveare in questione). Convalidato e pagato l’ordine online (si può pagare anche con una semplice prepagata o con postepay), la spesa si va poi a ritirare nel luogo e nell’orario di quell’Alveare. Al momento del ritiro, i produttori da cui si ha ordinato saranno lì presenti per consegnare la spesa, farsi conoscere, e scambiare informazioni con i clienti, spesso facendo anche gustare i propri prodotti. In questo modo il cliente ha piena visibilità su chi ha prodotto il cibo che andrà a consumare. A sovrintendere l’organizzazione di ogni Alveare, c’è il Gestore, ovvero una persona che ha deciso di investire 7-8 ore settimanali del suo tempo per costruire una comunità nel proprio quartiere, contattando produttori e clienti, e organizzando le vendite tramite il sito ogni settimana, ottenendo in cambio una percentuale sul fatturato.
Qual è il vostro obiettivo?
I nostri obiettivi sono molteplici. In generale l’obiettivo sul lungo termine è fornire un’alternativa alla Grande Distribuzione Organizzata. Ma anche supportare i produttori locali, fornendo loro un’ ulteriore finestra dove proporre i loro prodotti; dare valore e il giusto prezzo al cibo che si deve produrre nel migliore dei modi; innescare un sistema di fiducia e di relazioni fra consumatori e produttori; stimolare e far rivivere luoghi urbani, ricreando un forte senso di comunità, visto che il momento del ritiro della spesa diventa poi un momento sociale di incontro e di festa, permettendo alle persone del quartiere di riunirsi una volta a settimana.
Che differenza c’è con i GAS tradizionali?
La differenza principale è che i GAS sono diretti a un pubblico di attivisti, ma purtroppo non tutti hanno il tempo e le risorse per iscriversi a un gruppo d’acquisto solidale, anche perchè semplicemente non riescono a trovare i contatti per entrare a farne parte. Con l’Alveare vogliamo rendere il tutto più accessibile. Con letteralmente 2 clic è possibile trovare quello più vicino e iscriversi, e con il terzo clic si può iniziare a fare la spesa! Inoltre, semplifica di molto la procedura di pagamento, visto che avviene tutto online.
Non significa un intermediario in più nella relazione produttore-consumatore? Se no, perché?
Nella nostra rete non c’è alcun intermediario: l’acquisto avviene direttamente, online, fra consumatore e produttore. Ed è il produttore, quando si iscrive (gratuitamente) alla nostra rete, a determinare il prezzo. Il produttore ha poi una commissione sulle vendite (10% per noi della piattaforma e 10% per il Gestore di Alveare), ma queste sono spese di servizio e per la manutenzione del sito, delle quali nessuna azienda può (purtroppo) fare a meno. Pur con questa commissione, al produttore va l’80% del fatturato, ovvero esattamente l’opposto di quello che ottiene vendendo alla Grande Distribuzione Organizzata.
Chi sono i consumatori che si rivolgono agli alveari?
Le tipologie di consumatori sono molteplici; ci rivolgiamo a chi non ha il tempo per fare la spesa al mercato, e compra online per poi venire semplicemente a ritirare la spesa in modo rapido dopo il lavoro, prima di tornare a casa. Ma anche a persone che hanno più tempo, e che vogliono sfruttare appieno l’opportunità di avere di fronte i produttori, per fare qualsiasi tipo di domanda gli venga in mente e soddisfare ogni curiosità sui prodotti che hanno acquistato. Molti utilizzano l’Alveare proprio per essere sicuri di quello che comprano e consumano, quindi ci rivolgiamo anche a chiunque stia cercando prodotti di qualità ma che siano verificabili, senza spendere una fortuna.
E i produttori?
Presso i nostri Alveari copriamo qualsiasi tipologia di prodotto alimentare. Ovviamente, cerchiamo di privilegiare i produttori di piccole/medie dimensioni, che non facciano vendita all’ingrosso
Quanti alveari esistono in Italia? In quali regioni? E in Europa?
Al momento ci sono più di 150 Alveari su tutta Italia, di cui una cinquantina sono attivi (è possibile acquistare prodotti ogni settimana), mentre il resto sono in costruzione, ovvero il Gestore sta ancora contattando produttori e clienti per poter aprire, e apriranno nei prossimi mesi. Le regioni con più Alveari sono Piemonte e Lombardia (essendo una startup torinese, siamo partiti a svilupparci dal Nord), ma la rete si sta sviluppando rapidamente e anche Emilia-Romagna, Lazio e Toscana hanno numerosi Alveari in apertura. In totale, gli Alveari attivi su tutta Europa sono quasi 1.000!
Quanti produttori e consumatori sono coinvolti?
In Italia abbiamo già più di 600 produttori iscritti alla nostra rete, e circa 24.000 membri iscritti ai nostri Alveari.
Che cosa significa essere responsabile di un alveare? Ci può parlare di questa nuova figura professionale?
Il Gestore di Alveare è una persona che decide di portare un Alveare nel proprio quartiere, per dare modo alla sua comunità di avere accesso diretto a prodotti locali, in modo comodo e accessibile. Per aprire un Alveare non è necessario alcun investimento, solo qualche ora settimanale (7-8, soprattutto nella fase di costruzione) per gestire il progetto. Il gestore si occupa quindi di trovare un luogo per la consegna dei prodotti (può essere un bar, un ristorante, un oratorio, una casa del quartiere…), contattare 4-5 produttori locali e farli iscrivere alla piattaforma (in modo che possano proporre i loro prodotti alla comunità) e far iscrivere membri alla pagina del proprio Alveare sul sito (anche qui, l’iscrizione è gratuita). Una volta aperto l’Alveare, il Gestore gestisce le vendite attraverso il sito, e sovrintende alle distribuzioni, per assicurarsi che tutti vengano a ritirare la spesa. In cambio, ha una percentuale sulle vendite settimanali. E’ un ruolo molto bello perchè ti dà modo di conoscere produttori locali e persone del proprio quartiere, diventando una sorta di leader della propria comunità alimentare.
Come si fa a diventare responsabile di alveare? Quanto si può guadagnare e quali sono i requisiti e le mansioni che svolge un responsabile? Deve cercare lui i produttori? Deve cercare lui e quindi pagare un affitto per il locale in cui avverranno le consegne? Può farlo anche a casa sua?
Per avviare la procedura basta compilare un questionario sulla pagina https://alvearechedicesi.it/it/join/as-host , per poi essere contattato dai membri del nostro team, che lo guideranno per tutto il percorso (non si è mai abbandonati a se stessi! Ogni gestore riceve costantemente supporto tecnico e morale dal proprio coordinatore). Il gestore di un Alveare medio guadagna sui 400-500 euro al mese, ma ci sono Gestori che hanno fatto dell’Alveare la propria professione principale, e si possono guadagnare cifre pari a quelle di un vero stipendio, dipende ovviamente dal tempo che ci si dedica. Maggiore è il tempo, maggiori saranno i guadagni. Deve cercare lui produttori, clienti e locale, ma non deve pagare nessun affitto; in genere i proprietari dei locali sono ben contenti di partecipare al progetto, anche perchè gli offre un modo comodo per avere accesso a prodotti locali, aumenti la visibilità del loro locale, e, ad esempio nel caso dei bar, avere 20-30 persone che per un’ora e mezza a settimana vengono nel tuo locale a ritirare la spesa, di solito permette di vendere qualche caffè o aperitivo in più. Sconsigliamo di fare un Alveare in casa propria poichè serve uno spazio abbastanza grande per accomodare le cassette e le borse con i prodotti (minimo 40 metri quadri, e dev’essere al piano terra), e inoltre bisogna considerare che il gestore dovrebbe essere disposto a far entrare una trentina di persone (clienti che spesso non conosce) dentro casa.
Da chi riceve il compenso il responsabile di Alveare? In che modo?
Il sito automaticamente preleva la percentuale del 10% dal fatturato del produttore, e lo manda al Gestore. Il produttore e il gestore ricevono comunque tutti i documenti del caso, scaricandoli direttamente dal sito.
Qual è il futuro degli Alveari?
Il nostro obiettivo è arrivare in ogni città d’Italia (idealmente anche in ogni quartiere), per fornire un’alternativa concreta alla GDO. Nell’anno passato siamo cresciuti molto, e questo è un ottimo segnale che ci fa ben sperare per il futuro del progetto in Italia!
Chi fosse interessato come cliente, produttore o gestore cosa deve fare?
Basta andare su www.alvearechedicesi.it per avere ulteriori informazioni, registrarsi gratuitamente e iscriversi come cliente, Produttore o Gestore. Inoltre siamo sempre raggiungibili alla mail assistenza@alvearechedicesi.it e ci trovate anche su Facebook, alla pagina www.facebook.com/LAlveareCheDiceSi