Dalla Liberia al Sudafrica, dal Mozambico al Kenya, migliaia di africani hanno manifestato oggi nella Giornata mondiale dell’acqua per chiedere ai governi e agli organismi internazionali che il diritto dei popoli a questo tesoro della Terra sia garantito in tutto il mondo.
Le manifestazioni sono state organizzate da ong locali e straniere per ribadire la necessità di un impegno più deciso, anche in vista del raggiungimento degli Obiettivi del millennio fissati dall’Onu nel 2000. Il punto di partenza sono gli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Nel mondo le persone colpite da malattie legate all’acqua sono tre milioni. Circa 783 milioni di abitanti, più o meno l’11% della popolazione mondiale, non hanno accesso a fonti d’acqua pulita. Addirittura due miliardi e mezzo di persone, poi, non hanno a disposizione gabinetti e servizi sanitari di base. Questa situazione, sottolinea l’Oms, produce conseguenze gravi sul piano sanitario. Ogni anno, calcola l’Organizzazione, sono due milioni e 200.000 i decessi causati dalla dissenteria e da altre malattie dovute a condizioni di igiene inadeguate e a scarsa disponibilità d’acqua.
L’Africa è uno dei continenti dove le difficoltà sono maggiori. Secondo un rapporto dell’ong inglese Water Aid, perché il diritto all’acqua di tutti gli abitanti del continente sia garantito appieno sarebbero necessari investimenti supplementari per 33 miliardi di dollari l’anno.
Come evidenziato dal segretario generale dell’Onu in un messaggio diffuso in occasione della Giornata, oggi una persona su tre vive in paesi dove ci sono difficoltà di approvvigionamento. “Ed entro il 2030 – ha sottolineato Ban Ki-moon – potrebbe essere la metà della popolazione ad avere problemi di forniture, con una domanda che rischia di superare l’offerta del 40%”.