L’8 novembre 2016 il primo ministro indiano Narendra Modi annunciò la decisione del governo  di demonetizzare le banconote di 500 e 1000 rupie, che insieme costituiscono l’86 per cento della  moneta nazionale indiana. Modi invocò il patriottismo e dichiarò che questa mossa era necessaria per distruggere la corruzione, il denaro nero, le banconote false e sconfiggere  terrorismo. Tutti coloro che hanno messo in dubbio l’efficacia di questa decisione per raggiungere gli obiettivi dichiarati, sono stati bollati di anti-patriottismo e di essere contro gli interessi nazionali dell’ India. Modi chiese  agli indiani di  dargli 50 giorni di tempo e di sopportare in questo periodo piccoli disagi per ottenere gli obiettivi dichiarati. Sono ormai circa 100 giorni dal momento che la demonetizzazione è stato annunciato e non passa giorno senza  notizie di serie difficoltà del popolo indiani. Sono i lavoratori delle fabbriche, degli uffici e delle campagne  coloro che sono i più colpiti, coloro che non in grado di ritirare dai loro conti correnti  il loro denaro  guadagnato, in quanto  il governo ha imposto restrizioni sui prelievi. La maggior parte dei bancomat del paese dichiarano “No Cash”, “Niente contante”.

Gli obiettivi di Modi a oggi non si sono  realizzati.

Per esempio il volume del denaro nero  in contanti è molto ridotto, potrebbe essere solo il 5-6 per cento  tutto il denaro nero. Il denaro nero dell’ economia indiana è 25-62% del  PIL.  La maggior parte di questo denaro nero, circa il 50 per cento, è nel settore immobiliare. Una quantità notevole di di denaro nero è esportata o riciclata all’estero.

http://www.aljazeera.com/indepth/features/2017/02/indians-dodged-government-black-money-clampdown-170201095846627.html

La corruzione in India è endemica al sistema e continua a non essere intaccata dalla demonetizzazione.

https://www.forbes.com/sites/panosmourdoukoutas/2017/01/25/modis-india-is-short-in-cash-but-not-in-corruption/#214c74354d3b

Modi per terrorismo intende, innanzitutto, il movimento che in Kashmir lotta per l’indipendenza di questa regione e i naxalti che nel nord est dell’ India,  Chhatisggarh, combattono per la giustizia politico-sociale. Ma i militanti kashmiri e naxaliti non hanno la loro ragione di  esistere nel denaro nero o altro, ma nell’appoggio popolare che le loro azioni riscuotono.

La demonetizazione  è un classico caso di  neoliberismo e autoritarismo. Si tratta di un attacco contro la gente comune a beneficio delle grandi imprese. Il governo Bjp di Modi sta spingendo per  demonetizzazione, incurante delle sofferenze della gente comune. Vuole un passaggio all’economia digitale senza preoccuparsi dei bisogni della gente.

I danni provocati dalla demonetizzazione alla gente sono notevoli.  I numeri aprossimativi e non definitivi di lavoratori che hanno perso il lavoro sono i seguenti al 30 gennaio 2017 (dati presi da un documento del CPI (M)): 25.000 lavoratori agricoli e  contadini poveri; 45.000 lavoratori delle costruzioni; 40.000 lavoratori della città portuaria di   Surat; 40.000  lavoratori  del settore di abbigliamento a Tirupur; 50.000 lavoratori della pelle nella valle di Palar.
I lavoratori indiani stanno soffrendo. A molti  sono stati negati i salari, a causa della non disponibilità di liquido. Centinaia di migliaia di persone improvvisamente hanno perso il posto di lavoro per  il grande numero di piccole e medie imprese che si sono fermate. Si prevede che non sarà facile per queste persone  recuperare il lavoro.

Anche i contadini dell’India stanno soffrendo. Tutti quei contadini che avevano investito un sacco di soldi per la coltivazione di pomodori, cipolle, legumi e cereali non sono riusciti  a trovare acquirenti per i loro raccolti e sono stati costretti a gettare migliaia di kg di loro prodotti per le strade. Molti di loro si sono indebitati per il denaro necessario per la coltivazione con la speranza che una buona resa li avrebbe aiutati a ripagare i propri debiti e anche risparmiare per la prossima stagione. Grazie alla demonetizzazione, anche se avevano un buon raccolto, non hanno  potuto vendere nei mercati. Ora, con la nuova stagione agricola,  non sono in grado di trovare i soldi per i loro costi di produzione, come l’acquisto di semi, fertilizzanti, etc.,etc.. Così la demonetizzazione è una doppia sconfitta per i contadini dell’India.

Naturalmente vi sono anche coloro che beneficiano dalla demonetizzazione. Il governo intende coprire le perdite di grandi banche trasferendo il denaro depositato dai poveri ai ricchi; si rifiuta di cancellare i prestiti agli agricoltori che sono colpiti da una grave crisi agraria, ma è disposto a cancellare i prestiti milionari contratti dalle grandi imprese. La demonetizzazione ha lo scopo di salvare le grandi banche dal default a causa di questi prestiti irresponsabili che avevano dato alle imprese. Dopo la crisi economica globale del 2008, il governo indiano era diventato parte di uno sforzo per salvare le banche di fallire a tutti i costi. Ciò richiede al governo di garantire che le banche siano salvate dal collasso, raccogliendo il denaro dai poveri e trasferendolo ai ricchi. Questo obiettivo può a essere raggiunto attraverso la demonetizzazione. Così i vincenti sono le grandi banche, nazionali o internazionali, e le grandi imprese indiane o internazionali

L’economia senza contanti o economia digitale, inoltre, assicura loro grandi profitti.

Il movimento contro la demonetizzazione, composto da partiti politici, sindacati e soggetti sociali, sta crescendo e reclama:
* Il  diritto ai lavoratori ai  soldi guadagnati.
* Il  diritto di scegliere il modo in cui si spendono i  soldi, contanti o carta.
* La salvaguardia delle banche e delle istituzioni  finanziarie del settore pubblico.
* Il risarcimento a tutte le persone che sono state daneggiate.
* Il risarcimento a tutti gli agricoltori che hanno perso mercato per i loro raccolti e anche quelli che non sono riusciti a seminare i prodotti agricoli nella nuova stagione.
* Il risarcimento a tutti coloro che hanno perso il lavoro a causa della chiusura di piccole e medie imprese
* Che si affrontino tutti i casi di corruzione.
* La pubblicazione immediata dei nomi di tutti i titolari di conti bancari in Svizzera o altrove e che questi riportando il denaro che viene illegalmente nascosto all’estero
* Riforme elettorali per frenare la corruzione politica

Il movimento è contro:                                               

* L’imposizione sui limiti di prelievi dai  conti correnti
* La transizione verso un’economia digitale coercitiva
* La cancellazione di prestiti alle grandi imprese
* L’apertura indiscriminata del  settore finanziario indiano al capitale straniero.