Il mondo in cui viviamo è sempre più ingiusto. La forbice tra i pochi che possiedono tutto e la gran parte delle popolazioni che non hanno nulla, in questi ultimi trenta anni si è allargata a dismisura.
Nel capitalismo basato sulla finanza, l’economia contemporanea si è trasformata da attività di produzione di beni e servizi in economia fondata sul debito.

La liberalizzazione dei movimenti di capitale, la privatizzazione dei sistemi bancari e finanziari, i vincoli monetaristi che permeano l’azione dell’Unione Europea hanno progressivamente reso autonome le attività e gi interessi finanziari, che ora investono non più solo l’economia, ma l’intera società, la natura e la vita stessa delle persone.

Le scelte adottate dalle elite politico-economiche dell’Unione Europea e dei governi nazionali per rispondere alla crisi scoppiata dal 2008 in avanti, hanno trasformato una crisi -che a tutti gli effetti è sistemica- in crisi del debito pubblico. Da allora, il debito pubblico è agitato su scala internazionale, nazionale e locale, come emergenza allo scopo di far accettare come inevitabili le politiche liberiste di alienazione del patrimonio pubblico, mercificazione dei beni comuni, privatizzazione dei servizi pubblici, sottrazione di diritti e di democrazia.

Oggi la trappola del debito pubblico mina direttamente la sovranità dei popoli, la giustizia sociale e l’eguaglianza fra le persone, così come perpetua lo sfruttamento della natura, con conseguente inarrestabile cambiamento climatico.

Già i paesi del Sud del mondo, a partire dagli anni ’70, erano stati testimoni di questo circolo vizioso dell’indebitamento e delle politiche di aggiustamento strutturale imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali con conseguenze devastanti in termini economici e sociali. Ci sembra dunque fondamentale, nel momento in cui la spirale è approdata al continente europeo, imparare dagli errori del passato.

Anche nel nostro Paese, il debito pubblico è da tempo utilizzato per ridurre i diritti sociali e del lavoro e per consegnare alle oligarchie finanziarie i beni comuni e la ricchezza sociale prodotta. Un solo esempio basti a dimostrarlo: mentre per il sostegno alle popolazioni dell’Italia centrale duramente colpite in pochi mesi da due terremoti si stanziano 600 milioni dei 4,5 miliardi necessari, per risollevare 6 banche in fallimento si mettono immediatamente a disposizioni 20 miliardi di garanzie statali, da caricare sul debito pubblico del Paese. Mentre, per ogni evenienza, viene utilizzato lo spauracchio dell’aumento dello “spread” per rilanciare politiche di austerità e privatizzazioni.

Occorre invertire la rotta. Occorre comprendere, elaborare e spiegare il fenomeno debito per creare azioni che rivoluzionino l’attuale sistema delle diseguaglianze.

Occorre un’operazione di verità sul debito pubblico italiano, per conoscere come e per quali interessi è stato prodotto, quanta parte ne è illegittima, odiosa, illegale o insostenibile.

Occorre un’operazione di giustizia sul debito pubblico italiano: in un Paese in cui quasi la metà della popolazione fatica ad arrivare alla fine del mese e una famiglia su quattro non riesce ad affrontare le spese mediche, non si può più accettare che le banche e i profitti valgano più delle nostre vite e dei nostri diritti.

A questo scopo, Cadtm Italia (Comitato per l’abolizione dei debiti illegittimi), affiliato al network internazionale dei Cadtm (Tunisi, Aprile 2016), rete inclusiva di persone, comitati, associazioni ed organizzazioni sociali, prosecuzione strutturata e mirata dell’esperienza del Forum Nuova Finanza Pubblica e Sociale e sintesi operativa dei bisogni emersi dall’Assemblea-Convegno sugli audit locali (Livorno, Gennaio 2016) e dal Convegno “Dal G8 di Genova alla Laudato si’: il Giubileo del debito?” del 19 luglio scorso chiama tutte e tutti ad un’assemblea nazionale

Sabato 4 marzo 2017 a Roma

c/o Spin Time Lab – Via S. Croce in Gerusalemme 55

Per confrontarsi su come costruire un’adeguata demistificazione della trappola del debito, organizzando un Centro Studi in grado di elaborare approfondimenti e proposte concrete su come uscire dall’economia a debito.
Per costruire strumenti di conoscenza e proposte per generalizzare le indagini popolari (audit) sul debito pubblico a livello cittadino, locale e territoriale.
Per confrontarsi su un programma di azioni concrete per uscire dalla trappola del debito.
Per affermare tutte e tutti che il nostro futuro è troppo importante per lasciarlo in mano alle banche.
Perché il ripudio del debito illegittimo diventi il denominatore comune di comitati e movimenti impegnati sui diversi fronti di lotta e di cambiamento sociale.

4 marzo 2017
VERITA’ E GIUSTIZIA
SUL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

ore 10.00 – 17.00

coordinano
Vittorio Lovera e Francesca Coin

Interventi divulgativi

Marco Bertorello “La trappola del debito”
Alex Zanotelli “Il debito e il sud del mondo”
Cristina Quintavalla “Le indagini (audit) sul debito pubblico locale”
Marco Bersani “Il debito contro le comunità locali”

Confronto pubblico

Percorso ed obiettivi del “Centro Studi orientato all’azione” Cadtm Italia

A partire dalla necessità di costruire un luogo di studio, ricerca e proposta (Centro Studi), confronto su come identificare un comune percorso tra i movimenti per costruire una contro-narrazione sul debito pubblico, potenziare la rete degli audit locali, creare strumenti di formazione e divulgazione diffusa (scuole popolari sul debito) e di azioni che ne dimostrino la concretezza, nonché avviare un percorso che porti alla costruzione di una Commissione popolare e indipendente per la verità’ sul debito pubblico italiano.