Dopo una visita dei suoi rappresentanti a Standing Rock, la banca svedese Nordea ha annunciato che non sosterrà l’oleodotto Dakota Access se questo respingerà le richieste della tribù Sioux Standing Rock.
Nordea ha incontrato i rappresentanti nativi, compreso il capo tribù David Archambault II. Questi l’hanno sollecitata a ritirare i suoi investimenti e a rispettare i diritti delle comunità indigene attraverso una lettera consegnata dall’artista e attivista lappone Sofia Jannok e da Greenpeace.
Durante un incontro tra Greenpeace e Nordea riguardo l’oleodotto Dakota Access è stato annunciato che:
- Nordea esigerà dalle compagnie che stanno costruendo l’oleodotto Dakota Access la garanzia che questo non attraverserà la riserva della tribù Sioux Standing Rock. Se le compagnie non rispetteranno questa condizione, Nordea comincerà a vendere le sue azioni;
- Nordea metterà queste compagnie in quarantena per sei mesi;
- Nordea manderà alle compagnie una lettera con il chiaro requisito di rispettare la richiesta della tribù Sioux Standing Rock di non far passare l’oleodotto per le loro terre;
- Se le compagnie non rispetteranno questo requisito nei prossimi sei mesi, il reparto Finanza Sostenibile raccomanderà la vendita delle azioni di Nordea in tali compagnie;
- Se si scoprirà che le compagnie in questione violano i diritti dei popoli indigeni, il reparto Finanza Sostenibile raccomanderà la vendita delle azioni di Nordea in tali compagnie;
- Se le compagnie vinceranno una causa rispetto all’ultimo tratto dell’oleodotto Dakota Access, o se un cambiamento della situazione politica permetterà loro di farlo passare legalmente vicino alla terra della tribù Sioux Standing Rock, il reparto Finanza Sostenibile raccomanderà la vendita delle azioni di Nordea in tali compagnie.
La decisione segue annunci simili da parte delle banche norvegesi DNB e Odin Fund Management.
In risposta alla notizia, il responsabile di Greenpeace per il clima nordico e l’energia Rolf Lindahl ha dichiarato: “Il fatto che Nordea abbia puntato i piedi e richiesto che l’oleodotto non passi dalla terra della tribù Sioux Standing Rock è un passo importante. Invia un chiaro segnale al mondo che i diritti dei popoli indigeni vanno rispettati. Incoraggiamo altri a fare le stesse richieste alle compagnie che stanno costruendo l’oleodotto.”
“Il fatto che una banca dopo l’altra si stia ritirando, o esprima preoccupazione per il progetto mostra il potere della gente unita. Si tratta di un altro sviluppo positivo per i protettori dell’acqua, anche se non determina ancora il futuro dell’oleodotto, che andrebbe totalmente fermato.”
La portavoce di Greenpeace USA Mary Sweeters ha aggiunto: “Sta diventando sempre più chiaro che le istituzioni finanziarie considerano l’oleodotto Dakota Access un peso. Le banche non dovrebbero finanziare progetti che violano i diritti umani e contribuiscono al cambiamento climatico. Il fatto che Nordea abbia viaggiato fino a Standing Rock per consultarsi con le persone sul campo e poi abbia preso questa decisione è significativo. L’atteggiamento irresponsabile di Energy Transfer Partners e Sunoco e la minaccia nei confronti della tribù Sioux Standing Rock sono reali e non vengono rappresentati in pieno dai media. Questo progetto è un crimine contro la sovranità indigena e i diritti umani in generale. E’ ora che tutte le banche che hanno investito nelle compagnie dell’oleodotto o hanno concesso loro prestiti si ritirino una volta per sempre.
Perry Wheeler
Aggiornamento: il reparto Investimenti Responsabili di Nordea ha raccomandato di escludere le tre compagnie che stanno dietro all’oleodotto Dakota Access Pipeline – Energy Transfer Partners, Sunoco Logistics e Philips 66 – dopo che queste hanno rifiutato ogni dialogo riguardo a un tracciato alternativo.