Alla fine, tre giorni prima dell’uscita formale dalla Casa Bianca, la grazia del Presidente Obama è arrivata. Chelsea Manning, l’analista militare condannata nel 2013 a 35 anni di carcere per aver divulgato 700.000 documenti riservati, molti dei quali relativi all’operato dell’esercito statunitense in Iraq e in Afghanistan, tornerà in libertà il 17 maggio.
Arrestata nel maggio 2010, Manning è stata sottoposta a una durissima detenzione preventiva, tra cui 11 mesi di trattamento equivalente alla tortura, in una base militare in Iraq e poi in quella di Quantico, negli Usa.
Manning ha sempre sostenuto di aver agito nell’interesse pubblico, per generare un dibattito alla luce del sole sulla guerra, i suoi costi e le sue conseguenze. Alcuni dei documenti che ha reso noti riguardano possibili violazioni del diritto internazionale umanitario da parte dell’esercito degli Usa su cui sarebbe necessario svolgere indagini approfondite e indipendenti.
Manning ha tentato due volte il suicidio, a luglio e a ottobre dello scorso anno. Dopo il primo tentativo, è stata punita con 14 giorni di isolamento.