Il “mondo esterno, che da tempo ha dimenticato la guerra nello Yemen, ce l’ha oramai sulla coscienza. Prendetevi la responsabilità morale ed umanitaria per questa tragedia in corso!” insiste l’autrice ed attivista Bushra al-Maqtari in una cronaca struggente sulle cause e le conseguenze di questa guerra.
Giorno dopo giorno gli yemeniti muoiono in una guerra assurda ed immorale che rischia di distruggere le loro vite, trasformandoli in obiettivi della morte. A terra vengono attaccati dalle forze fedeli all’ex-presidente Ali Abdullah Saleh e dalle milizie Houthi, e dal cielo dai loro nemici, l’alleanza diretta dai sauditi.
La guerra ha già ucciso decine di migliaia di persone, ferendone molte di più. Due milioni di persone sono fuggite dalle zone teatro di scontri violenti, dirigendosi nei campi profughi di altre regioni del paese. La guerra riporta gli yemeniti in una situazione senza precedenti dalla nascita della civiltà. Non c’è sicurezza e neppure libertà, né in ambito privato né in ambito pubblico. E ci sono arresti illegali. Gli alimenti sono quasi finiti. Quello che rimane, è costoso e razionato. I servizi pubblici, la sanità, l’educazione, l’elettricità e l’acqua, sono spariti. Gli yemeniti sono abbandonati a se stessi e dispongono appena di mezzi primitivi quali i bracieri e le lampade da petrolio per cercare di mantenere almeno la sembianza di una vita quotidiana normale.
Mohammad Saba’aneh, Palestina
La guerra si è estesa a numerose regioni e dura oramai da tempo. Le vittime muoiono sia come conseguenza diretta dei combattimenti, ma anche a causa della carestia che coinvolge diverse città del paese. I salari nel settore privato e pubblico non sono stati pagati oramai da quattro mesi. La gente non ha più nulla per acquistare beni alimentari. E non ci sono aiuti pubblici di nessun tipo. Inoltre il colera e la dengue hanno colpito migliaia di persone visto che mancano i farmaci e le autorità non sono in grado di lottare contro queste epidemie.
Questa guerra non è caduta improvvisamente dal cielo. Non è stata provocata da delle forze sconosciute che non possiamo individuare e condannare. È invece la conseguenza diretta della decisione degli attori nazionali di entrare in guerra, con il sostegno dei loro alleati nella regione. La milizia Houthi e le forze di Salah sono i responsabili principali. Sono loro ad aver acceso la scintilla e ad aver fatto scoppiare una guerra civile.
L’attuale presidente Abdo Rabbo Mansour Hadi e il suo governo e anche l’Arabia Saudita e la coalizione guerrafondaia sono responsabili della continuazione della guerra. Nonostante il fatto che nessuno degli attori del conflitto riesca ad ottenere una vittoria militare o ad arrivare ad una soluzione politica, sembrano entrambi pronti a lottare fino alla fine, fino all’ultima goccia del sangue yemenita.
I combattenti non si preoccupano dell’aumento della violenza e del fatto che quasi 20 milioni di persone vivano in condizioni disumane. Traggono i loro vantaggi dall’economia bellica e dalla struttura sociale e politica della guerra e di conseguenza sono impegnati a combattere. Oltre ad uccidere gli yemeniti, le milizie degli Houthi e le forze di Saleh hanno continuato ad impoverire la società. Hanno rubato il denaro e le risorse del governo e della banca centrale, senza neppure considerare le vittime della guerra e i poveri che continuano ad alimentare le statistiche della guerra.
Il governo del presidente Hadi e la coalizione diretta dall’Arabia Saudita non sono affatto migliori. Non fanno nulla per ridurre la sofferenza degli yemeniti, eccetto quando vedono un’opportunità per integrarli nella loro macchina bellica. Di conseguenza gli yemeniti oggi come oggi non si fidano di nessuna fazione e neppure degli alleati regionali quando si tratta delle loro intenzioni per il paese.
Gli yemeniti sanno che le parti in conflitto non hanno alcun interesse a porre fine alla guerra e che la sofferenza della popolazione non interessa nessuno. Agli yemeniti rimane solo la speranza improbabile che si svegli la coscienza del mondo esterno, che il mondo interverrà per porre fine una volta per tutte alla follia a cui ci espongono le fazioni belligeranti. Nessuno più degli yemeniti, colpiti dal prolungamento dei combattimenti, vuole fermare questa guerra e chiudere questo capitolo infernale della propria vita.
Il mondo esterno che ormai da tempo ha dimenticato la guerra in Yemen ora ce l’ha sulla coscienza. Prendetevi la responsabilità morale ed umanitaria di questa tragedia in corso! Prendete posizione per gli yemeniti, il loro benessere e non per le esigenze dei belligeranti e dei loro alleati nella regione.
Il fatto è che la coscienza del mondo esterno è l’ultima speranza per lo Yemen prima che si trasformi in una carneficina caduta in oblio. Ho vissuto e continuo a vivere qui nel corso di tutta questa guerra e di tutti questi avvenimenti dolorosi come i milioni di yemeniti costretti a farlo, senza aver nessuna colpa per quello che sta succedendo.
Loro ed io, noi tutti speriamo che questa macchina infermale della morte si fermi ora. Non solo uccide chi ci sta vicino, ma uccide la nostra umanità. E la possibilità di vivere una vita dignitosa.
Di Boshra al-Maqtari, traduzione italiana di Milena Rampoldi, ProMosaik.
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