Metà della popolazione mondiale è priva di energia elettrica o ne dispone solo per poche ore al giorno, con gravi conseguenze in termini di qualità di vita. «L’energia meccanica umana è così sorprendente, perché non possiamo utilizzarla per produrre elettricità?». Dopo essersi posto questo quesito, il ricco imprenditore e filantropo statunitense di origine indiana, Manoj Bhargava, ha trovato la risposta, chiamata “Hans Free Electric”.
Di cosa si tratta Hans Free Electric?
Di una cyclette ibrida inclinata, che con una sola ora di benefico esercizio fisico promette di fornire elettricità per un giorno, al fine di soddisfare le esigenze energetiche di una comune famiglia rurale. Via le bollette in cambio di una sana pedalata: con Hans Free Electric finisce la dipendenza da costosi e nocivi combustibili fossili, non si ha bisogno di fonti rinnovabili né di un allaccio alla rete elettrica, si può produrre all’occorrenza energia elettrica in ogni luogo e situazione (perfino in caso di disastri naturali o black-out), tutelando l’ambiente grazie alla riduzione dell’inquinamento. Sarà veramente questo il modo più pratico e conveniente di produrre elettricità, come sostenuto da Manoj Barghava?
Si calcola che circa 1,3 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso all’energia elettrica. Un problema di portata enorme, con ricadute negative a livello educativo, sanitario e di reddito. L’elettricità è un fattore fondamentale per il benessere e lo sviluppo, una risorsa preziosa che resta un miraggio per le popolazioni più povere, tagliate fuori dal progresso. Le parole sono vuote se non si passa all’azione per provare a cambiare le cose.
È quanto sta cercando di fare il miliardario Manoj Barghava, amministratore delegato di Living Essentials, noto non solo per i suoi energy drink (5-hour Energy) ma anche nella veste di filantropo disposto a investire il 99% della sua ricchezza in iniziative a sostegno della lotta alla povertà. Ha fondato così Billions in Change, un movimento teso a sviluppare soluzioni per i problemi globali più urgenti che l’umanità è chiamata a fronteggiare, individuati negli accessi all’acqua, all’energia elettrica e alle cure sanitarie. Tre bisogni primari che oggi hanno un impatto notevole sulla popolazione mondiale, condizionando quasi ogni aspetto della nostra vita. L’ambizioso obiettivo è quello di condurre i tanti poveri del mondo all’autosufficienza e al massimo benessere, tramite la realizzazione e diffusione di prodotti semplici, pratici ed economici che possano garantire acqua pulita, energia affidabile e cure sanitarie efficaci.
Barghava è convinto che la vera causa della povertà risieda nel non essere in condizione di potersi guadagnare da vivere. Preferisce dunque concentrarsi sullo studio di soluzioni che mirino all’autosufficienza della popolazione svantaggiata, piuttosto che sui soldi a pioggia distribuiti ai poveri che comportano solo vantaggi momentanei e relativi. Billions in Change è finanziata unicamente dal suo fondatore, reinveste tutti gli utili nel processo produttivo, non accetta donazioni, consente opportunità di volontariato e invita coloro che condividono i suoi ideali a far pubblicità al movimento, affinché i prodotti e le tecnologie sviluppate per migliorare la qualità di vita delle persone possano diffondersi più velocemente. «I progetti non hanno bisogno del vostro denaro ma della vostra voce. Parlando ai vostri amici, leader civili e social network di soluzioni reali ai problemi più urgenti del mondo, aiuterete il movimento ad andare avanti», afferma Barghava.
Hans Free Electric è stata messa a punto nel laboratorio Stage 2, dove il team di ingegneri di Billions in Change è al lavoro su altri due interessanti progetti: Rain Maker, uno strumento per la produzione di acqua potabile a partire da quella marina o inquinata, e Renew, un dispositivo medico volto a migliorare la circolazione sanguigna.
La pratica cyclette inclinata che produce energia con una semplice pedalata è formata da poche componenti (telaio, cambio, volano, generatore, batteria) e funziona in modo semplice. Per convertire l’energia meccanica in quella elettrica basta sedersi e iniziare a pedalare: il movimento aziona un volano che fa ruotare un generatore, deputato ad accumulare energia in una batteria. Nel video di presentazione questo innovativo ritrovato riesce ad alimentare simultaneamente 24 lampadine, un ventilatore elettrico, uno smartphone e un tablet. Una soluzione innovativa off-grid che fornisce energia a costo zero e può funzionare anche in caso di emergenza, ponendo un freno all’inquinamento derivato dalle emissioni di gas serra in atmosfera. Un’ora di pedalata evita infatti la produzione di circa 0,5 Kg di C02. Tanti vantaggi a impatto zero e senza conseguenze indesiderate, perché Hans Free Electric contribuisce solo a mantenersi in forma con un po’ di sano esercizio fisico.
A coloro che criticano Han Free Electric perché ritengono che le soluzioni off-grid non siano in grado di risolvere i problemi delle popolazioni povere, Barghava replica in modo secco: «L’energia basata sulla rete non è la soluzione per i poveri che non possono permettersi di pagare le bollette. Inoltre, la connessione alla rete significa energia intermittente e inaffidabile per i più indigenti, le famiglie rurali sparse in tutto il mondo».
Secondo i calcoli del fondatore di Billions for Change, sono ben 700mila le persone che in India hanno accesso all’elettricità per non più di due-tre ore al giorno. Accessibilità e affidabilità sono le parole d’ordine di questo progetto, che vuol togliere dal buio i più poveri, privati dei benefici dell’energia elettrica e condannati a una vita ai margini. Lo studio-pilota è partito lo scorso marzo, quando le prime 25 Hans Free Electric sono sbarcate in India nei villaggi intorno a Lucknow, Amethi e Raebareli, per esser testate gratuitamente in alcune case di famiglie rurali, scuole e piccoli esercizi commerciali. Due mesi dopo il responso è stato incredibilmente positivo: bambini con più tempo libero che potevano dedicarsi ai compiti anche dopo il tramonto, proprietari di negozi e piccole attività che prolungavano gli orari lavorativi con possibilità di accrescere i propri guadagni, scuole in grado di far funzionare pc, tablet e televisori, rompendo l’isolamento di insegnanti e alunni dal resto del mondo. «Stiamo vedendo che Free Electric fornisce ben più che elettricità. Permette indipendenza, flessibilità, nuove opportunità e una migliore qualità di vita», ha scritto Barghava sul sito di Billions in Change lo scorso giugno, in occasione degli aggiornamenti sul progetto. Le lampade a kerosene che sporcano e rilasciano fumi nocivi per la salute saranno a breve solo una testimonianza del passato?
Il primo impianto produttivo, sorto in tempi rapidi a Singapore, riesce già a sfornare centinaia di queste speciali cyclette in poche settimane. Un secondo stabilimento è previsto in India, dove il progetto originario per la produzione e distribuzione di Hans Free Electric ha subito ritardi a causa di problemi burocratici. Al momento, le barriere doganali, la gran mole di lavoro d’ufficio e le alte tariffe hanno impedito l’importazione in India delle cyclette prodotte a Singapore. La larga distribuzione sarà forse possibile solo nel corso del 2017.
Intanto gli esiti dello studio-pilota hanno permesso di adottare alcuni utili accorgimenti, al fine di migliorare l’efficienza di questi innovativi strumenti per la produzione di energia elettrica a costo zero.
Primo: oltre alla versione originaria con due volani, pensata soprattutto per le esigenze delle scuole e di piccoli esercizi commerciali, dove le esigenze energetiche sono maggiori, è stato creato un nuovo modello a un solo volano, ideale soprattutto per il fabbisogno energetico di un semplice nucleo familiare. Si tratta di un mezzo più piccolo, meno costoso e a pedalata più agevole, che eroga meno energia in uscita. Un adattamento che si è reso necessario per tutte quelle persone che faticavano a pedalare per un prolungato periodo di tempo, in modalità ad alto amperaggio e con la batteria completamente scarica.
In seconda battuta è stato rinnovato anche il design, con un sedile adattabile per le persone di bassa statura e un nuovo dispositivo montato intorno alla catena, per evitare che vi resti impigliato il sari, il tipico abito indiano. Tra le altre novità vi sono anche un nuovo disinnesto che permette di arrestare la batteria a 11,5 volt – per rendere la pedalata più agevole e ridurre il tempo necessario alla ricarica – e un accumulatore portatile standard per tutte le unità. Infine alla cyclette è stato dato un nuovo nome (Hans Free Electric), che con l’originale logo permette di distinguerla da qualsivoglia imitazione.
Bhargava si augura che presto la produzione possa essere avviata anche in altre parti del mondo. Il primo obiettivo è quello di veder 10mila cyclette attive in India. Una volta avviata la commercializzazione i prezzi terranno contro delle possibilità di acquisto degli acquirenti. Nelle aree povere è prevista la distribuzione gratuita o con modici esborsi (250 dollari), mentre in quelle più ricche sarà disponibile una versione più accessoriata a un costo che oscillerà tra i 1.200 e i 1.500 dollari. Bhargava ha anche dichiarato che per ogni cyclette venduta nei Paesi più agiati, ne sarà regalata una a qualcuno che vive in condizioni di indigenza in zone meno fortunate.
Con una pedalata contro il buio, Hans Free Electric dichiara guerra alla povertà.