Dieci anni fa il Governo del Sudan (GoS) iniziò il massacro contro i civili in Darfur, uccidendone oltre 300.000 e causando lo sfollamento di tre milioni di Darfuri. Nonostante i tentativi di pace, l’uccisione continua anche oggi. Anche con una forza di peacekeeping delle Nazioni Unite sul terreno, i Darfuri rimangono vulnerabili agli attacchi e continuano a verificarsi estreme violazioni ai diritti umani. Dal 2010, le Nazioni Unite hanno rilevato oltre 200 attacchi in Darfur.
Il GoS è il principale responsabile delle violenze contro i civili in Darfur. Il governo ha ostacolato le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite, ha rifiutato di perseguire i funzionari accusati di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, ha bloccato gli aiuti internazionali, ha bombardato i civili, ha esteso i suoi attacchi ai villaggi oltre il Darfur.
Il continuo esodo di oltre due milioni di sfollati ha creato una perenne crisi umanitaria in Darfur. Le Nazioni Unite stimano che un altro milione di persone siano scappate dalle proprie dimore o siano state vittime di violenze negli stati di Abyei, Sud Kordofan e Nilo Azzurro.
Il 2013 sarà un anno che vedrà impegnate in prima linea organizzazioni come Amnesty International e star internazionali per riportare sotto i riflettori questa grave crisi dimenticata. In parte una nuova campagna con testimonial d’eccezione come George Clooney, Monica Guerritore, Fiorella Mannoia e Negramaro.
Un video con foto, musica e parole che raccontano il dramma delle popolazioni del Sudan colpite da fame, malattia e bombardamenti accompagnati dal ritmo incalzante di “Giù le mani dagli occhi”, uno dei più importanti pezzi della band pugliese.
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“Le condizioni di vita degli sfollati assistiti nei campi profughi sono notevolmente peggiorate – ha sottolineato Antonella Napoli, giornalista e presidente di Italians for Darfur, rientrata di recente da una missione in Sudan. – Se Khartoum e le Nazioni Unite non riusciranno a colmare al più presto le lacune assistenziali che sia al Nord sia al Sud rendono indegna l’esistenza di quasi 2 milioni di sfollati, la situazione non potrà che deteriorarsi ulteriormente. Chiediamo al governo di permettere alle ong internazionali espulse di tornare nel paese. Se così non fosse, Italians for Darfur proseguirà la propria campagna di sensibilizzazione e di denuncia, ma anche di aiuto alle vittime del conflitto, in particolare i bambini, che maggiormente pagano per questa lunga e spaventosa crisi”.