Oggi fino alle 23,00 si vota per la nostra Costituzione, considerata fra le più belle e avanzate al mondo e presa persino a modello di riferimento dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Un patto di convivenza civile sancito 70 anni fa da coloro che erano usciti da due devastanti guerre mondiali, che avevano mietuto oltre 70 milioni di vittime.
Una dichiarazione forte e precisa, quella contenuta nella nostra Costituzione: mai più guerre, mai più violenza, mai più dittature, mai più potere accentrato nelle mani di una o poche persone, mai più discriminazione, mai più uso della forza, mai più regole comuni stabilite da pochi, o da maggioranze non rappresentative tutto il paese.
Una Carta che prevede non a caso una netta divisione dei poteri, creata intenzionalmente per evitare ogni possibile deriva autoritaria, che fosse essa di destra, di centro, o di sinistra. La separazione (o divisione) dei poteri è uno dei principi fondamentali dello stato di diritto.
La nostra Costituzione è modernissima, è scritta con la forza della compassione, con l’intelligenza di chi ha meditato profondamente sul valore e sul rispetto della vita umana, scritta per ricostruire quel che rimaneva del nostro paese dopo due guerre e decenni di autoritarismo. Scritta per unire, non per dividere come avvenuto in questi bruttissimi mesi di campagna referendaria.
Un dono che altri prima di noi ci hanno lasciato, per aiutarci in una convivenza pacifica, senza violenza e autoritarismi, in una stessa casa comune, rappresentata dalla nostra nazione.
Oggi ancora più di ieri è sorprendente e commovente leggere la Costituzione, perché sancisce le basi per un paese fondato sul lavoro e sul ripudio ad ogni forma di guerra, parla di beni comuni, di rifiuto alluso d’ogni forma di violenza, di non discriminazione, di diritti, d’istruzione e cure garantite per tutti, dell’importanza della cultura, di umanità, di umanesimo, di storia, la nostra storia. Pone l’accento sul rispetto e sulla valorizzazione delle diversità, incita alla comprensione, alla conoscenza, alla consapevolezza, alla solidarietà; al suo interno si suggeriscono anche i criteri da seguire per un’attuazione dei concetti di equità e ridistribuzione della ricchezza. Tra quelle parole si coglie persino una vera e propria dichiarazione d’amore, quella che fecero delle madri e dei padri verso le generazioni future.
E’ su questo che oggi siamo chiamati a votare: se rifiutare o meno questo prezioso lascito, questo contenitore, questi contenuti rappresentati dalla Costituzione che ci hanno tenuto insieme per 70 anni.