La memoria e la coerenza sono due qualità fondamentali dell’agire umano e anche dell’attività politica. Nel 2006 la coalizione del centrosinistra (allora di chiamava “Unione”) aveva presentato un programma elettorale corposo, di oltre 200 pagine. Il primo capitolo era dedicato alla Costituzione, mostrando l’importanza della tematica, che precede qualsiasi programma politico di settore. È interessante oggi, passati dieci anni, rileggere quelle parole e misurare la distanza tra la posizione del centrosinistra di allora e quella di oggi, dato che proprio il centrosinistra è il principale attore nel progetto di revisione costituzionale che verrà sottoposto agli elettori il 4 dicembre prossimo. Con una precisazione: anche in politica è lecito cambiare radicalmente idea, ma per correttezza bisognerebbe almeno spiegare perché.
“In ogni democrazia le istituzioni sono lo strumento fondamentale per garantire i principali valori costituzionali: libertà, partecipazione, pluralismo, equilibrio dei poteri. Per questo le istituzioni sono di tutti: non possono essere modificate in base a contingenze politiche o diventare oggetto di patteggiamenti strumentali di una parte politica. (…) Una riforma, insomma, che non nasce da un patto costituzionale tra tutte le rappresentanze politiche, come è nella tradizione delle democrazie, ma da un accordo tra le sole componenti della maggioranza. (…) Ci opponiamo però non solo al merito della riforma: anche il metodo di realizzazione l’ha trasformata in una delle tante leggi ad personam (…). Non proponiamo quindi una “grande riforma costituzionale”, semplicemente perché non ce n’è bisogno, e perché ogni modifica della Carta Fondamentale deve essere frutto del coinvolgimento di tutte le parti politiche e sociali. (…) Queste proposte si possono realizzare in larga parte con legge ordinaria, e la modifica di alcune disposizioni costituzionali solo con riferimento ad innovazioni specifiche. Non vogliamo riscrivere la Costituzione ma tutelarla, anche elevando il quorum necessario per modificarla, così da scongiurare future riforme a colpi di maggioranza. Puntiamo soprattutto a svilupparne i valori di fondo, arricchendo la partecipazione dei cittadini, migliorando la trasparenza dell’azione di governo, assicurando il pluralismo sociale e istituzionale. La Costituzione si cambia insieme. L’attuale maggioranza di governo ha applicato alle istituzioni una logica “proprietaria”. (…) Il governo ha inflitto due gravi colpi al sistema costituzionale: il progetto di riforma della legge elettorale e il disegno di riforma costituzionale. Sono entrambi progetti elaborati senza alcun coinvolgimento dell’opposizione, ma anzi contro di essa. (…) Crediamo che lo strumento fondamentale per la rappresentanza sia un sistema elettorale che consenta una scelta chiara e consapevole, e che assicuri insieme la rappresentanza e la governabilità: due valori che devono coesistere perché la prima senza la seconda non assicura effettività alla scelta degli elettori e la seconda senza la prima si trasforma in puro esercizio di comando. Non seguiremo l’esempio del centrodestra imponendo un “nostro” sistema elettorale, ma lavoreremo per un sistema elettorale che assicuri tutti questi valori. (…) Il rafforzamento dell’esecutivo, che riguarda oggi tutte le democrazie occidentali, richiede un parallelo rafforzamento delle garanzie costituzionali e del ruolo del Parlamento. (…) Il rischio è quello di uno squilibrio che porti alla “dittatura della maggioranza”. (…)Tale “dittatura della maggioranza” sarebbe il naturale risultato della riforma costituzionale (…).In questo modo non si adegua il sistema delle garanzie costituzionali ai mutamenti prodotti dall’introduzione del maggioritario, ma se ne accentuano addirittura le disfunzioni, sacrificando i diritti delle minoranze. (…) Prevedremo espressamente che il referendum si svolga con distinte votazioni se la legge concerne diverse parti della Costituzione o istituti tra loro distinti. (…) Proporremo nuove modifiche costituzionali solo dopo la modifica dell’art. 138 della Costituzione, in modo da avere la certezza di una larga intesa di tutte le forze rappresentate in Parlamento”.
(tratto dal programma elettorale della coalizione del centrosinistra del 2006)