Prosegue la mobilitazione per la piena attuazione dell’esito referendario e per una gestione pubblica e partecipativa dell’acqua e dei servizi locali.
La Ministra ha confermato la volontà di dare seguito alle dichiarazioni fatte nelle settimane scorse e, quindi, inserire nella versione finale del decreto sui servizi pubblici, che a breve sarà portato in Consiglio dei Ministri, lo stralcio totale del servizio idrico integrato.
Stralcio che avverrà mediante il rinvio alla disciplina di settore, al pari di quanto il decreto prevede in materia di gas ed energia elettrica, ed eliminando da questa le disposizioni che, rimandando a loro volta alla normativa generale sui servizi pubblici locali, creerebbero un pericoloso corto circuito giuridico.
Inoltre, la Ministra ha assicurato che seguirà le indicazioni contenute nei pareri delle Commissioni competenti di Camera e Senato, su cui come movimento per l’acqua nelle scorse settimane abbiamo fatto una forte azione di pressione, volte ad escludere l’attuale disparità tra gli affidamenti diretti e quelli mediante gara o a società mista, e quindi sarà soppressa la norma che impone agli Enti Locali che scelgono l’affidamento diretto di deliberare con provvedimento motivato, dando conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato.
A riguardo abbiamo ottenuto anche la conferma che tali impegni verranno con certezza recepiti nel testo finale del decreto.
La Ministra, infatti, ha dichiarato che su questi è stato già raggiunto un accordo all’interno del Governo e, inoltre, ha precisato che sono stati già condivisi con il Presidente del Consiglio.
Rispetto a tale quadro, risulta evidente come lo stralcio del servizio idrico dall’ambito di applicazione del decreto sia un elemento di assoluta rilevanza e sia il frutto di una diffusa opposizione sociale al decreto Madia. Una mobilitazione del movimento per l’acqua e non solo che ha prodotto decine di iniziative territoriali e la raccolta di 230.000 firme in calce alla petizione alle Camere e che ha permesso l’apertura di un’interlocuzione con la Ministra della Pubblica Amministrazione alla quale va riconosciuta la disponibilità al confronto e a recepire, seppur in parte, le nostre richieste.
D’altra parte come movimento per l’acqua ci teniamo a ribadire che questo costituisce solo un primo passo indietro nel tentativo del Governo di sovvertire l’esito referendario. Oltre a ciò, infatti, andrebbero eliminate tutte le norme che puntano alla privatizzazione dei servizi locali, che vietano la gestione pubblica tramite aziende speciali, oltre a quelle che permangono e creano, comunque, una disparità tra le diverse forme di gestione con un evidente favore per quelle privatistiche.
Ci teniamo anche a sottolineare come il nostro giudizio rimane negativo in merito ai diversi provvedimenti che questo Governo e quelli passati hanno adottato con l’obiettivo di sterilizzare l’esito referendario.
Rimaniamo in attesa della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale fiduciosi che quanto ci ha comunicato la Ministra sia confermato.
Dichiariamo da subito che proseguiremo la mobilitazione per la piena attuazione dell’esito referendario e per una gestione pubblica e partecipativa dell’acqua e dei servizi locali.
Mobilitazione che si concentrerà anche sulla legge sull’acqua in discussione al Senato poichè laddove venisse approvata in via definitiva diventerà la nuova normativa del settore. A nostro avviso si tratta di un disegno di legge su cui non possiamo esimerci dal ribadire il nostro giudizio estremamente negativo in quanto svuotata e stravolta nel suo impianto generale e nei principi essenziali, a partire dalla soppressione dell’articolo che disciplinava i processi di ripubblicizzazione.
A riguardo abbiamo richiesto alla Ministra l’impegno del Governo a presentare un emendamento che ripristini la possibilità di gestione del servizio idrico tramite azienda speciale.
In merito la Ministra ha dichiarato che si farà portavoce di questa richiesta all’interno del Governo e nelle sedi opportune.
Roma, 3 Novembre 2016