La situazione politica nel Sud Sudan sta diventando sempre più instabile.
All’inizio di luglio, negli scontri tra le forze del governo e i soldati fedeli a Riek Machar, l’ex Vice Presidente, sono morte centinaia di persone e migliaia hanno dovuto spostarsi dalla capitale Juba. Si sospetta che gli scontri siano stati causati da un colpo di Stato fallito orchestrato da Machar per estromettere dal potere il Presidente Salva Kiir e, sulla scia della violenza e confusione recente, l’intrigo politico che ha infestato le stanze del potere si è manifestato pienamente.
Machar ha lasciato la capitale e ha rifiutato di ritornare a Juba, a meno che non fosse presente una forza militare esterna per alleviare le tensioni tra le fazioni rivali. Mentre alle Nazioni Unite e all’Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (IGAD) [it] si discuteva del dispiegamento di questa forza militare, il Presidente Kiir ha fatto la sua mossa. Ha proposto un ultimatum a Machar, dichiarando che, se non fosse tornato nella capitale entro 48 ore, ci sarebbero state delle conseguenze. Machar ha fatto scadere il termine e, mantenendo il suo impegno, il Presidente Kiir ha sostituito [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] Machar con l’ex Ministro per le attività estrattive, Taban Deng Gai.
Questo ulteriore evento ha richiamato la scintilla iniziale che ha portato alla guerra civile nel 2013. Quell’anno, la nazione più giovane del mondo era sprofondata in una guerra civile quando, il 15 dicembre, Kiir ha rimosso il Primo Vice Presidente Riek Machar, dopo averlo accusato di pianificare un colpo di Stato. Il conflitto è stato aggravato da connotazioni etniche, dato che entrambi i leader potevano godere del sostegno delle loro rispettive tribù. Il Presidente Salva Kiir [it] è un Dinka [it], mentre Riek Machar [it] è un Nuer [it]. (I Dinka sono il più grande gruppo etnico del Sud Sudan, e i Nuer sono la seconda tribù.)
Machar, temendo per la sua vita, ha lasciato Juba e cercato rifugio nella vicina Repubblica Democratica del Congo, e poi in Sudan dove ha ricevuto un “trattamento medico di emergenza” a Khartum. Alcuni osservatori hanno affermato che Machar sta cercando di raccogliere alleati che lo sostengano nel suo ritorno nella capitale per tornare ad essere Vice Presidente.A febbraio 2016, Kiir ha nuovamente nominato Machar come suo Primo Vice Presidente. Tuttavia, il 7 luglio, sono scoppiati gli scontri nella capitale, con le forze fedeli a Kiir che combattevano contro le truppe fedeli a Machar. Gli scontri sono stati il primo atto di violenza dopo la firma dell’accordo di pace dello scorso anno.
Ma lo stato di degrado degli affari del paese, però, ha posto forti dubbi intorno alla possibilità per Machar di tornare al suo incarico. Dopo molte resistenze, il governo ha permesso il dispiegamento di ulteriori 4000 truppe di pace dell’ONU con base nella capitale, in base ad alcuni accordi. Il Ministro dell’Informazione Michael Makuei Lueth ha dichiarato in un comunicato stampa che “4000 è il limite massimo, ma non una cifra vincolante. Possiamo accordarci anche su 10 truppe”.
Ha anche detto che il suo governo ha “permesso” ma non “accettato” il dispiegamento di queste forze. La sfida sull’accordo riflette la resistenza persistente dei sud sudanesi all’intervento straniero.
Inoltre, il Presidente Kiir ha affermato che il ritorno di Machar alla politica non avrebbe portato la pace e che dovrebbe astenersi dall’entrare in politica. Questa è l’opinione degli Stati Uniti, la super potenza che ha aiutato il Sud Sudan a raggiungere l’indipendenza dal Sudan nel 2011 e che è stata molto coinvolta nel cercare di salvaguardare gli accordi di pace sin dagli scontri di luglio. Come il Presidente Kiir, l’inviato speciale per il Sud Sudan, Donald Booth, ha dichiarato che Machar non dovrebbe cercare di insediarsi nel suo vecchio incarico. Ha affermato: “Dato tutto quello che è successo, non crediamo che sia responsabile da parte di Machar ritornare al suo precedente incarico a Juba”.
In risposta a questo, molti netizen hanno notato come gli Stati Uniti siano stati ingenui nella loro valutazione dell’influenza negativa di Machar sull’attuazione dell’accordo di pace:
Un commentatore, jubaone, in risposta ad un articolo del Sudan Tribune, ha detto:
Le osservazioni di Booth sono irresponsabili, infelici e maligni colpi alle spalle dell’IGAD come istituzione regionale che instancabilmente ha mediato per la pace. Riak comanda i suoi seguaci, non ci sono soluzioni a breve termine senza di lui. Le dichiarazioni di Booth gettano altra benzina sul fuoco del conflitto.
Un altro commentatore, Mr Point, ha espresso opinioni simili:
L’Ambasciatore [amerincano presso le Nazioni Unite] Samantha Power segue il Rappresentante Chris Smith e l’Ambasciatore Donald Booth nel lungo elenco di diplomatici degli USA che sono stati fuorviati dalle bugie di Kiir in merito al fatto di non voler sconfiggere nessun rivale politico.
Donald Booth, debole, ingenuo ed ignorante, ha messo in guardia Kiir da un monopolio di potere. Kiir proseguirà con il suo monopolio di potere indipendentemente dagli ingenui e deboli americani.
Akook ha messo in evidenza le conseguenze dell’assenza prolungata di Machar da Juba:
E’ chiaro a tutti che la fazione di Kiir ha scelto Machar, lo ha attaccato e fatto fuggire da Juba semplicemente perché vuole sostituirlo in disaccordo con l’accordo di pace. Juba può corrompere dei funzionari americani per far cambiare velocemente le cose ma la situazione rimane la stessa. Non possono farci nulla. Se Machar rimane fuori, ci sono innumerevoli Generali più che pronti a combattere a Juba.
Quindi, cosa significa questo per Machar?
Anche se ci sono sostenitori nell’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan in Opposizione (SPLM-IO), il principale gruppo armato, che auspicano il ritorno di Machar, ci sono anche quelli che si oppongono al suo reinsediamento, evidenziando l’inefficacia della sua leadership e le violazioni dei diritti umani commesse dalle sue truppe durante la guerra civile nel 2011 e nei recenti scontri che hanno avuto luogo a Juba.
Gatkuoth Gatjiek ha notato su Facebook l’incompetenza di Machar sia come leader che come comandante militare:
Se Kiir è un’anatra zoppa, lo stesso si potrebbe dire, in misura minore, di Riek Machar. Il primo Vice Presidente non ha mai apparentemente controllato le sue truppe e non ha mai avuto la stessa forza militare dei suoi pari nello SPLM-In opposizione. Inoltre, ha commesso il grave errore di escludere i generali più competenti dell’IO lo scorso anno.
Ma secondo l’opinione di alcuni, il Presidente Kiir non è di certo migliore.
L’ex vice governatore dello stato dell’Alto Nilo del Sud Sudan, John Ivo Mount ha lasciato il governo in favore del SPLA-IO affermando che la corruzione e l’incompetenza del governo hanno portato il paese alla rovina.
Altri nello SPLA-IO hanno chiesto le dimissioni del Presidente Kiir, sfidando apertamente l’autorità del governo.
Tavia Network, un network di notizie online, ha chiesto le dimissioni sia di Machar che del Presidente Kiir, citandoli entrambi come responsabili dell’instabilità del Sud Sudan.
E’ tempo che si dimettano entrambi, sia il Presidente del Sud Sudan Salva Kiir che l’ex Vice Presidente Riek Machar, dopo aver rovinato il loro paese.
Tuttavia, ci sono dubbi sulla capacità di resistere di entrambi, che potrebbe portarli a spostare il centro di potere del Sud Sudan.
Nel frattempo, mentre i politici lottano per il potere, la situazione ha conseguenze immediate per il popolo sud sudanese. Il conflitto ha provocato più di 1 milione di sfollati internamente, e 751,000 persone sono scappate nei paesi vicini. Fame e malattie legate al conflitto hanno già aggravato la situazione di molti. Si parla inoltre di un aumento del reclutamento dei bambini soldato. Solo quest’anno, più di 650 bambini sono stati assoldati dai gruppi armati.
Si ha un urgente bisogno di pace in Sud Sudan, ma sembra rimanere una cosa irraggiungibile.