Mali e Siria, ma anche questione palestinese e promozione di “una versione moderata dell’islam” di fronte all’insorgere di fanatismi ed estremismi: sono questi i temi principali emersi oggi al Cairo, in Egitto, in apertura dei lavori del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic).
Ricevendo il timone dal presidente uscente dell’Oic, il capo di Stato senegalese Macky Sall, il presidente egiziano Mohamed Morsi ha parlato di “nuove e pressanti sfide” per il mondo islamico con riferimento ai conflitti regionali: “La Siria – ha detto Morsi – sta ancora sanguinando e con lei sanguinano i nostri cuori”. Morsi ha fatto appello alle opposizioni, perché si uniscano, e ha auspicato un processo politico “inclusivo” che non escluda una qualunque fazione sulla base di considerazioni politiche o settarie.
Il leader egiziano ha poi definito un’eventuale soluzione della questione israelo-palestinese come il “caposaldo della stabilità in Medio Oriente” sottolineando che il nuovo status di cui godono ora i palestinesi alle Nazioni Unite (ovvero di paese osservatore) non sarebbe stato ottenuto se non all’interno di una cooperazione congiunta.
Morsi ha concluso il suo intervento auspicando un uso migliore delle risorse da parte dei paesi islamici per far fronte e superare l’attuale fase di stagnazione economica internazionale.
Il vertice del Cairo riunisce 26 capi di Stato e di governo dei 57 paesi che fanno parte dell’Oic. I lavori si concluderanno domani.