Il Governo ha diffuso nella pagina della Direzione Nazionale delle Migrazioni la notizia secondo la quale costruirà e renderà operativo un centro per la detenzione dei migranti, come strumento contro la “lotta all’irregolarità”, avente principi diversi da quelli stabiliti in modo specifico dalla Legge sulle Migrazioni e la regolamentazione da essa derivante. Ciò implica la criminalizzazione dei migranti in situazione di irregolarità, associandoli a un problema legato alla sicurezza.
Fino al 2004 la legislazione argentina in materia di immigrazione limitava le alternative di regolarizzazione del flusso migratorio. Detenzioni, espulsioni senza disposizioni giudiziarie, separazione di famiglie, negazione dei diritti sociali: queste erano le risposte fornite dallo Stato di fronte a tale situazione tra le pratiche estese ai migranti in condizioni di povertà e, in generale, a quelli provenienti dall’America Latina. Per tali ragioni e grazie alla pressione di ampi settori politico-sociali, è stata approvata la legge 25.871 e il suo Regolamento, con Decreto 616/2010.
Tali strumenti hanno sancito che la regolarizzazione di tutti i migranti presenti in territorio argentino sarà la regola principale da seguire nelle azioni delle autorità migratorie. Di fatto, nei casi in cui si ravvisi che un soggetto si trovi in condizione di migrazione irregolare, deve essergli concessa l’alternativa e il tempo per mettersi in regola. Pertanto, in termini di migrazione, la condizione di irregolarità di un soggetto non può mai essere vista come un problema legato alla sicurezza, bensì come una questione chiave per il riconoscimento e l’esercizio dei diritti per la popolazione migrante.
L’espulsione come mezzo sanzionatorio di fronte all’immigrazione irregolare è l’ultima risorsa utilizzata dallo Stato. Inoltre, e solo nel contesto dell’espulsione, il soggetto potrebbe essere trattenuto per un termine massimo di 15 giorni. D’altro canto, l’espulsione può essere resa esecutiva solo tramite decisioni prese dal potere giudiziario.
CELS, Centro de Estudios Legales y Sociales
Traduzione dallo spagnolo di Cristina Quattrone