Purtuttavia nella popolazione esposta alle ricadute dell’inceneritore aretino, si sono evidenziati, nel medio-lungo periodo, eccessi di malattie cardiovascolari e respiratorie, eccessi di ospedalizzazione per malattie urinarie, eccessi di mortalità per leucemie e come effetti a breve termine, eventi sfavorevoli della riproduzione, come prematurità alla nascita e basso peso alla nascita.
L’ inquinamento causato dall’ inceneritore di San Zeno è tutt’altro che trascurabile. Gli studi epidemiologici, di tipo descrittivo ecologico o di coorte, i monitoraggi (vedi inceneritore di Firenze), non sono di facile lettura, vuoi per criticità metodologiche, vuoi per la varietà di pressioni ambientali che insistono sull’area in studio, vuoi per i fattori di confondimento, per cui nella grande
maggioranza dei casi non si riesce a raggiungere alcuna conclusione definitiva ed accettabile. Di fronte ai dati, emersi da questo studio sull’inceneritore AISA, però non si può far finta di niente o rimandare ad ulteriori approfondimenti. E’ eticamente inaccettabile aspettare risultati di approfondimenti epidemiologici quando si possono attivare misure di prevenzione, così come è assurdo programmare il potenziamento di questo impianto, per importare monnezza da altri territori, grazie allo Sblocca Italia.
Gian Luca Garetti, membro di Medicina Democratica ed Isde