Lunedí 21 Gennaio 2013 alle 19:00 si é svolta una serata di studio e riflessione dal titolo: “I punti di vista degli Africani sulla crisi in Mali ” organizzata da Convergenza delle Culture a Praga.
L´obiettivo della serata era in primo luogo creare uno spazio di riflessione in particolare per gli Africani in Repubblica Ceca, preoccupati per l´attuale crisi in Mali.
In secondo luogo toccare questo importante tema di attualitá aggirando il filtro dei media mainstream, cercando l´informazione direttamente alla fonte (in questo caso in Mali).
In terzo luogo cercare di offrire un punto di vista umanista sul conflitto, il suo contesto e le possibili prospettive per superare questo momento critico non solo in Mali.
Alla serata di riflessione hanno partecipato persone di cinque paesi diversi. L´incontro si é aperto con una breve introduzione. I partecipanti si sono poi connessi via skype con due corrispondenti in Mali, l´amministratore civile Balla Dumbia, membro del Movimento Umanista e Fousseyni Doumbia, professore di diritto pubblico all´Universitá di Bamako.
Entrambi hanno spiegato, che molta gente in Mali ha accolto positivamente l´intervento appoggiato dalle forze militari francesi, perché ha impedito ai gruppi armati ribelli di avanzare e impadronirsi dell´intero territorio nazionale.
In risposta alcuni partecipanti hanno sottolineato, che l´intervento delle forze militari francesi, apparentemente legittimato dalla congiuntura, é comunque preoccupante, se si considerano le loro tendenze coloniali (vedi documentario “francafrique“).
Tale intervento infatti, rinforza le posizioni favorevoli alla presenza di basi militari francesi in Africa, che diversi osservatori considerano una minaccia per la sovranitá e l´indipendenza della regione.
Tra l´altro la destabilizzazione della Libia, realizzata dalla NATO nel 2011 con la presenza militare francese in prima linea, é vista come una delle cause principali dell´attuale crisi in Mali. Da questo punto di vista tali forze intervengono oggi, per difendere il Mali da un disordine, che esse stesse hanno contribuito a creare.
Dal punto di vista umanista bisogna ribadire, che la violenza e la manipolazione non aiuteranno a creare la futura societá nonviolenta a cui i popoli aspirano.
Che siano i terroristi a violentare la popolazione, o le elite finanziarie delle potenze che da secoli sfruttano le risorse naturali degli Africani, la sofferenza continua. E messi davanti alla minaccia di gruppi terroristi, si é portati ad accettare (come dice il proverbio bamanan) che la iena venga a liberare la gazzella giá sapendo che questa liberazione, in fondo, non é prevista.
Appoggiamo allora la tesi dell´ex ministro della cultura del Mali Aminata D. Traore , che spiega la necessitá di un nuovo paradigma per l´Africa e per il mondo. Mme Traore sostiene, che i paesi sono ancora sottomessi a un sistema mondiale di interessi economici, la cui prioritá é il controllo delle risorse naturali, cercando di lasciare ai popoli un ruolo di semplice comparsa.
La crisi del Mali si inscrive in un quadro di crisi mondiale del sistema, che solo un nuovo orizzonte umano permetterá di superare. Non ci sará progresso nella societá, se non sará di tutti e per tutti gli esseri umani.
Data la complessitá della situazione in Mali i partecipanti di Bamako e Praga hanno deciso insieme di continuare ed ampliare lo scambio di informazione nella prossima videoconferenza
Lunedí 28 Gennaio 2013 alle 18:00 ora di Bamako (19:00 CET).
Convergenza delle Culture Praga