Medea Benjamin di CodePink ha interrotto il discorso conclusivo di Donald Trump alla Convenzione Nazionale Repubblicana a Cleveland aprendo uno striscione con la scritta: “Costruite ponti, non muri!” La protesta ha distolto l’attenzione delle telecamere dal discorso di Trump. Medea Benjamin è stata poi allontanata dalla sicurezza e interrogata dal Servizio Segreto.
“Avevo letto il discorso in anticipo, dunque sapevo esattamente dove volevo interromperlo: nel punto in cui diceva: ‘Sono la vostra voce.’ Così mi sono alzata e ho gridato: ‘Tu non sei la mia voce. La tua è la voce dell’odio, del sentimento anti-immigrati, dell’islamofobia e della misoginia. Abbiamo bisogno di qualcuno che costruisca ponti, non muri’” ha raccontato Medea Benjamin a Democracy Now!
Le attiviste di CodePink si sono poi trasferite a Filadelfia, dove oggi comincia la Convenzione Nazionale Democratica e hanno manifestato contro la guerra, legandola alla lotta al cambiamento climatico. Insieme a molti sostenitori di Bernie Sanders hanno festeggiato le dimissioni di Debbie Wasserman Schultz, presidente del partito, accusata più volte da Sanders durante la campagna delle primarie di non essere imparziale. Migliaia di e-mails diffuse da Wikileaks hanno confermato che vari funzionari del Comitato Nazionale Democratico, responsabile dell’organizzazione delle primarie, erano apertamente ostili all’avversario di Hillary Clinton e progettavano diversi modi per sconfiggerlo.
A questo proposito Ian O’Malley, un sostenitore di Sanders, ha espresso l’indignazione condivisa da molti: “Sono qui soprattutto per le rivelazioni di WikiLeaks, che hanno dimostrato come Hillary abbia ricevuto fin dall’inizio un vantaggio ingiusto, al contrario di Bernie. Quello che più mi fa arrabbiare è che lo sapevamo e per tutto l’anno scorso abbiamo cercato di dirlo. Insomma, sapevamo che c’era una gran corruzione, ma vederla spiattellata in 20.000 e-mail…”
Fonti:
https://www.facebook.com/codepinkalert