Amnesty International ha espresso il timore che il massiccio giro di vite ordinato dalle autorità turche dopo il fallito colpo di stato si estenda fino a censurare gli organi d’informazione e i giornalisti, soprattutto coloro che esprimono critiche rispetto alle politiche del governo.
“Stiamo assistendo a una repressione di proporzioni eccezionali. Mentre è comprensibile e legittimo che il governo voglia porre sotto inchiesta e punire i responsabili del sanguinoso tentativo di colpo di stato, è doveroso che le autorità rispettino lo stato di diritto e proteggano la libertà d’espressione” ha dichiarato Andrew Gardner, ricercatore di Amnesty International sulla Turchia.
“La popolazione si sta ancora riprendendo dai tragici avvenimenti del fine settimana ed è fondamentale che la libertà di stampa e la circolazione senza ostacoli delle informazioni siano protette, anziché soppresse” ha sottolineato Gardner.
Amnesty International ha appreso che, nei giorni successivi al fallito colpo di stato, le autorità hanno arbitrariamente bloccato oltre 20 siti web d’informazione. Il 19 luglio il governo ha revocato la licenza a 25 organi di stampa. Inoltre, a 34 giornalisti è stato ritirato l’accredito stampa ed è stato emesso un mandato d’arresto per una giornalista che aveva seguito gli sviluppi del tentato colpo di stato.
Amnesty International chiede alle autorità turche di rispettare i diritti umani e di non restringere arbitrariamente la libertà d’espressione.