La pericolosità e l’inutilità assoluta del nucleare, sia civile che militare, sono oggetto di dibattito e discussione infinita sia all’interno della sinistra che nell’ambito ecologista.
E’ piuttosto ovvio il rifiuto alla bomba atomica, eppure le alterne vicende del Trattato di Non Proliferazione fanno pensare che, a un certo livello, il tema non sia affatto chiaro. Meno che mai è chiaro il tema del nucleare civile, dedicato alla produzione di energia, terreno nel quale il campo dei “progressisti” è pieno di dilemmi e contraddizioni.
In questo contesto l’apparizione del libro La follia del nucleare scritto e curato da Alfonso Navarra, Mario Agostinelli e Luigi Mosca, edito da Mimesis, ci pare un contributo importante e decisivo al dibattito sul tema.
Un contributo, innanzi tutto, di documentazione e informazione; infatti sul tema coesistono autentiche leggende metropolitane, disinformazione, pregiudizi, propaganda. In questo senso il libro raccoglie i contributi su temi generali e specifici di illustri scienziati ed attivisti per la pace e il disarmo nucleare.
Ma il libro va oltre alla semplice funzione documentativa e informativa per dare un opportuno taglio ideologico e militante che sottolinea l’importanza della visione nonviolenta, più alta ed incisiva del semplice pacifismo, nell’affrontare e risolvere i conflitti. Nella loro introduzione Tussi e Cracolici ricordano l’importanza di fare rete e di unire gli sforzi per fare in modo che ciò che è apparentemente nelle mani dei potenti ritorni in mano al popolo. In questo senso l’esempio dei referendum italiani contro il nucleare, così come quello del trattato antinucleare in America del Sud sono esempi importanti. Occorre dunque un’azione nonviolenta militante per informare e convincere le persone ad unirsi in una lotta permanente, fatta anche di piccole azioni, affinché la mentalità cambi e cambino anche le leggi, fino alla completa abolizione del nucleare, sia militare che civile.
Infine segnaliamo la presenza, in appendice, di importanti dichiarazioni e documenti antinucleari (che è sempre comodo avere sottomano senza perdersi in estenuanti ricerche su internet) nonché una preziosa bibliografia: su questo una piccola critica costruttiva: una bibliografia riassuntiva finale e un indice dei nomi potrebbero rendere ancora più utile il libro come strumento di consultazione per chi voglia continuare a fondamentare, in articoli e saggi la tesi che il libro porta avanti senza se e senza ma e che ci trova assolutamente concordi: il nucleare deve diventare, nella storia dell’Umanità, la testimonianza di una parentesi sfortunata in cui, in nome del profitto, si è cercato di giustificare l’uso dell’energia nucleare. Gli esseri umani non hanno bisogno di nessuna forza deterrente né di utilizzare l’energia atomica per produrre energia; se qualcuno lo vuol fare è perché disprezza l’essere umano e la casa dove egli abita.