Per Jo Cox la politica era una cosa seria.
Jo aveva scelto non di vivere di politica, ma, vivere con la politica, per la politica.
Senza risparmiarsi una scelta di vita, continua, necessaria.
“Era da tempo che non avevamo una Parlamentare che si interessasse di Birstal” racconta una donna parlando di Jo.
Jo figlia di un operaio e di una segretaria che finisce i suoi studi nel 1995 – l’anno dell’accordo di Dayton – la fine della guerra dei Balcani. 700.000 sfollati, 50.000 donne violentate nei campi di stupro.
Ci narra Jo sulla sua vita all’Università di Cambridge “lì ho capito che conta dove nasci, che conta come parli, che conta chi conosci”.
La sua diversità, le sue umili origini diventano rivendicazione, impegno sociale… politico.
In Afghanistan, Ruanda, Uganda.
In prima linea con gli ultimi, a fianco delle donne e dei loro corpi che nelle carestie e nelle guerre per il dominio e la sopraffazione diventano “campi di battaglia”.
Jo una donna “nonviolenta”, libera, che costruiva “ponti per incontrare l’altro”, che credeva nella concretezza dell’utopia, che diceva “no”…. alla guerra, alle disuguaglianze, all’ingiustizia sociale, agli estremismi… con coraggio, coerenza, controcorrente.
fino all’ultimo giorno.
Buon Compleanno Jo …. noi continueremo a lottare per ciò che è giusto, anche se non vincente, facendo nostro il tuo motto:
“con quello spirito critico che non vuole essere messo in una categoria”.
Giovanna Martelli
Camera dei Deputati – 22 giugno 2016