Risonanze Impolitiche è un saggio filosofico di Emanuele Mariani pubblicato dalla Mimesis.
Dovendo confrontarsi giorno dopo giorno con la cronaca della decadenza politica è difficile commentare un saggio che per analizzare la realtà del mondo di oggi usa le chiavi, apparentemente fuori moda, della filosofia.
L’autore è uno studioso di Kierkegaard e Nietsche, per cui questo approccio non ci stupisce in sé ma piuttosto nell’ambito del deserto della ragione che regna nell’analisi della res publica attuale.
“Costruire democrazia , allora, a partire dal mondo reale, significa valorizzare direttamente ed indirettamente le differenze che riempiono di contenuti i nostri vissuti”. Ci colpisce questa frase che riassume così bene vari topici del libro, dove risuona spesso l’uso del linguaggio a cui ci ha abituato, nei suoi libri, Michel Foucault a cui Mariani fa esplicito riferimento e ringraziamento.
L’obiettivo, esplicito, è quello di trovare l’uomo nuovo, quello di cui abbiamo una cattiva interpretazione nietschiana, foriera di innumerevoli equivoci. Mariani ci porta nelle strade di questo uomo nuovo di questa persona, esistenza concreta e vissuto pulsante, desiderio.
Un essere che necessita liberarsi delle pastoie della violenza, dell’egoismo, delle patologie del potere.
Un libro denso, da leggere con la calma che abbiamo perso, che pone le domande più di pretendere di avere tutte le risposte. Un libro a tratti difficile e sicuramente pieno di riferimenti esplicitati nella dozzina di pagine di bibliografia. Un libro che ricorda che la filosofia deve riprendere la parte che merita nel mondo delle idee per plasmare le azioni.